Cesare Rascel, figlio del celebre Renato:"Questo e' un momento per reinventarci" | INTERVISTA E FOTO
Intervista a Cesare Rascel, figlio del mitico Renato, ci racconta della sua esperienza professionale negli Stati Uniti, dei programmi televisivi che proporrebbe in Italia in qualita' di autore e di produttore ed infinte, del tragico momento che stiamo attraversando. " Un periodo - come ci consiglia - da dedicare alla riflessione per reinventarci."
INTERVISTA A CESARE RASCEL
Gentile Cesare, Lei che ha vissuto negli Usa e si è occupato di band emergenti. Lo scouting è migliore che in Italia? Funziona meglio?
Gli Americani sono molto ben strutturati su tutto, è proprio una forma mentis. Anche il barbecue per dire... Quindi anche il modo in cui approcciano la musica è naturalmente gestito in maniera “scientifica”.
Diciamo che anche la parte creativa è “amministrata” e questo fa di loro il grande popolo e creativi che sono.
Affiancare costantemente il guizzo geniale all’approccio scientifico fa si che vengano prodotti quei grandi successi a cui ci hanno abituati. È anche vero che sono 400 milioni... quindi la competizione è ancora più difficile.
Ricordo quando a 19 anni sono arrivato a Boston, al Berklee College of Music, che mi sentivo comunque un musicista decente per la mia età, che condividevo la camera nel dormitorio con un ragazzo sud americano di 17 anni che faceva impallidire anche i maestri d’orchestra.... e li tutti i miei parametri sono cambiati. Ora la comparazione era mondiale.
E credo che questa costante esposizione a talento internazionale sia un grande sprone per quel bacino di artisti.
Le influenze da ogni parte del mondo finiscono anche per insinuarsi nella creatività artistica.
In Italia invece il sistema è molto diverso.
Voglio sottolineare che come direttore artistico del NYCanta (Festival della musica Italiana di New York) solo nell’ultimo anno ho avuto il privilegio di ascoltare quasi 600 artisti emergenti italiani insieme a Beppe Stanco, anche lui direttore artistico del festival, artista e abilissimo produttore musicale, e possiamo asserire che il talento non manca!!! Ogni artista ha una storia da raccontare e lo fa in maniera unica!!!!
Però poi gli spazi ed il mercato sono quello che sono! Quindi se in America anche la “nicchia” può vivere della propria arte, in Italia è più complicato. Se a questo aggiungiamo che gli spazi televisivi sono ormai saturati di talent e privi di spazi promozionali dedicati agli emergenti, capiamo che l’unico palco, specie in questo momento, sono i social!


In qualità di autore e consulente creativo, che genere di programma proporresti al pubblico italiano?
C’era un tempo in cui avrei risposto senza ombra di dubbio! Oggi la personalizzazione del contenuto è talmente alta che potrei proporti 10 programmi che piacerebbero agli Italiani!
Diciamo che il trend è quello del “Guarda cosa so fare”! Cambiano solo i “cosa”! Che sia suonare, chiacchierare, costruire o sculettare.
Questo perché appaga la voglia di sapere “come si fa” senza la fatica di farlo.
Grazie al principio di immedesimazione, lo spettatore si sente come se lo stesse facendo lui, risultando non solo appagato dall’esperienza, ma realizzato!
Io per qualche anno ho avuto un canale che esplorava il mondo dei motori e della
Customizzazione che ebbe grande successo su youtube e sfociò in una serie sky.
Negli anni ho ricevuto centinaia di messaggi di “telespettatori” che mi dicevano che i miei video avevano ispirato l’apertura della propria attività.
Quindi se dovessi scegliere produrrei programmi dove il “guarda cosa so fare” è l’artigiano, l’artista, il pittore, il veterinario...
Ecco... iniziamo a premiare loro, la vera infrastruttura della nostra società!
Ridiamo il meritato orgoglio ai lavori di tutti i giorni!


Ci parli del premio Rascel è una parola dedicata a Suo padre.
Sono molto orgoglioso del Premio Rascel! In primis perché con esso si è “risvegliato” l’interesse per un artista che, oltre ad essere mio padre, ha contribuito a costruire le fondamenta dell’intrattenimento contemporaneo Italiano!
Questa è sicuramente stata una grande soddisfazione che ci sta permettendo di tenere viva la sua memoria e di tramandare alcune delle più belle pagine di musica e teatro alle nuove generazioni. È anche stata una soddisfazione anche perché mi ha permesso ancora una volta di constatare, a 30 anni dalla sua scomparsa, quanto affetto e rispetto nutrono ancora per lui
I suoi più illustri colleghi!
Il Premio Rascel riprenderà appena possibile a celebrare l’arte contemporanea e l’innovazione nell’intrattenimento.
Nuovi progetti lavorativi all’orizzonte?
Questo momento è stato introspettivo più che altro. Abbiamo tutti cercato di tenerci occupati, ma la verità è che questo è un momento di riflessione per darci modo di reinventarci. Quando ricominceremo molto sarà cambiato. Partendo dal fattore della digitalizzazione che per un anno e più non ha avuto nessuna competizione.
Senza che ci potessimo rendere conto del graduale cambiamento, ci ritroveremo con delle metodologie, logistiche e di investimento, che saranno diverse.
Quindi credo fermamente che questo debba essere un momento in cui si capisca come utilizzare questo reset per abbandonare pratiche obsolete e introdurre nuovi metodi per continuare a fare arte, qualsiasi essa sia!!!
Detto questo continua il New York canta, con il mio socio e amico Beppe Stanco, con il quale sto lavorando per una grande finale della 13ma edizione del festival che si terrà a NewYork a Ottobre, stiamo vagliando varie iniziative per il mondo di artisti che si è creato intorno a questo festival, e continuiamo a vivere il sogno che tutti noi artisti condividiamo fin da bambini, quello di vivere l’arte!
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