"Chi ha sparato al Presidente", il nuovo singolo di EDY
Un titolo provocatorio e con un significato nascosto.
Dopo l'esperienza del lockdown, EDY si è lasciato trasportare dalla musica che lo ispirava in quel preciso momento storico e, nel frattempo, ha in programma grandi progetti per il futuro...
EDY, a quale presidente vuoi sparare? Sei diventato un cowboy? Io non voglio sparare a nessuno. Ma qualcuno ha sparato al Presidente, questo sì. Il Presidente sei Tu, il tuo amico, tua madre, il Presidente sono io. Ed ogni volta che ci priviamo delle nostre libertà uccidiamo una parte di noi, del Presidente. Qualche volta il colpo ti sfiora, altre ti prende in pieno e lascia il segno. Allora, hai capito “chi ha sparato al Presidente?" Poi, fossi un cowboy sarei Django.

Le altre canzoni che ci presenti sono delle cover: “Zeta Reticoli”, “Un giorno dopo l’altro” e “Tutta mia la città”. Perché questi brani? Sono canzoni che ho ascoltato molto durante il primo lockdown. Canzoni che, se pur scritte in tempi diversi ed in contesti culturali anche opposti, sono accumunate dallo stesso senso di sospensione del tempo e del giudizio, e da un velluto di malinconica speranza che sa tanto di verismo pasoliniano. Ecco te l’ho detto. Io e Matteo Scannicchio che ha lavorato con me producendo l’EP, abbiamo deciso di fidarci delle nostre sensazioni senza pensare a cosa avremo fatto con quelle canzoni, ma in quel momento per noi è stato importante suonarle come fossero nostre.

Che cosa dobbiamo aspettarci di nuovo? Un altro inedito? Sto lavorando al nuovo disco, spero di potervelo fare ascoltare prestissimo. Mi sento libero, sganciato da una scena o un trend. Scrivo canzoni di musica italiana, sono un cantautore, mi sento fluido e creativo, questo nonostante tutto quello che succede intono a me/noi. Sono sempre più stuzzicato dalla sfida pop, sono attratto dalle nuove soluzioni ritmiche e continuo ad amare le chitarre, credo di avervi dato abbastanza indizi… no?