Daniela Dada Loi, ecco chi e’ la vocal coach di “Tale e Quale” | INTERVISTA
"Accettare le proprie radici, la propria storia è il primo passo per permettere al proprio talento di << venire alla luce>>. Senza questa accettazione ogni percorso affrontato risulta incompleto. La voce è lo specchio che dimostra tutto ciò."
Questo un estratto dal piacevole scambio di parole con Daniela Dada Loi, vocal coach e cantante con un'anima nella voce e la passione per ciò che fa, nonostante questo pessimo periodo.
INTERVISTA A DANIELA DADA LOI
Oggi sei anche una maestra moderno, nella scuola Cento per cento Musica. Cosa puoi raccontarci in merito?
La scuola Centopercentomusica mi ha accolto ormai da tre anni nel suo staff dando fiducia al mio metodo di lavoro, offrendomi i suoi preziosi spazi nei quali ho potuto attuare un “laboratorio emozionale” che poi non è altro che il percorso di insegnamento descritto nel mio libro “l’emozione ha voce”. Quest’ultimo è il frutto dell’esperienza di anni di lavoro nel campo del canto e del Vocal coaching. Sono stati i primi a credere in me e nel mio lavoro e sarò sempre grata a Virginio Galizia e sua moglie Luisa, i proprietari della scuola. Entrambi la gestiscono con enorme passione e professionalità . Mettono tutte le loro energie per accogliere al meglio i ragazzi e non solo, che si vogliono accostare al mondo della musica e della creatività. Nomi importanti sono approdati all'interno della scuola , Bungaro, Gió Di Tonno, Silvia Mezzanotte, Rosalia Misseri, Lorenzo Poli, Luca Colombo. Insomma, grandi eccellenze per uno staff d’eccezione. Uno sforzo gigantesco della direzione per offrire il meglio che esiste in Italia. Sono onorata di far parte di questa realtà .
Qualche anno fa hai scritto un libro, L'emozione ha voce, a cui hai lavorato molto. Com'è nata l'esigenza di scrivere sulla voce?
Più che altro ho voluto mettere “in ordine” le competenze acquisite negli anni a favore di chi desidera affrontare un percorso di conoscenza di se’. Potrebbe sembrare un percorso di psicoterapia ma non è esattamente così ... Certo è, che la voce rispecchia la nostra interiorità. Accettare le proprie radici, la propria storia è il primo passo per permettere al proprio talento di “venire alla luce”. Senza questa accettazione ogni percorso affrontato risulta incompleto. Insoddisfacente.
La voce è lo specchio che dimostra tutto ciò. Bisogna averne cura. E con essa è possibile accorgersi di tanti blocchi emotivi. E’ un libro che propone un metodo in grado di aiutare chi lo desidera a “scoprirsi” e a liberarsi di catene troppo frequentemente inconsapevoli.

Come giudichi la tua ormai stretta collaborazione con "Tale e quale Show"? Sappiamo che quest'anno è stato molto difficoltoso a causa di questa pandemia. Ci puoi raccontare le tue esperienze?
“Tale e quale” è stato ed è il lavoro più bello che ho fatto finora. Quest’anno il covid ci ha costretti a vivere con una paura costante che tutto si potesse fermare per la positività di qualcuno di noi. La Endemol shine ci ha protetti, tamponati ogni settimana, e ci ha permesso di monitorare costantemente la situazione così da rendere tutto più sicuro. Certo abbiamo vissuto due mesi in totale “chiusura”. Casa-lavoro , lavoro-casa. Non sono esistite cene, aperitivi, lavori extra. Nulla. Il gruppo di lavoro ha lavorato con mascherina e distanziamento per 8/10 ore al giorno. Il reparto trucco e parrucco aveva anche la visiera, i guanti, il camice … Sembrava di entrare in un ospedale ogni volta. Ma non si poteva fare altrimenti non si poteva rischiare. Quando Carlo è risultato positivo al tampone e ha dovuto rinunciare per 3 settimane alla condizione del programma ci è sembrato fosse crollato il pavimento sotto i piedi. Il nostro invincibile capitano si era ammalato. Paura, sconcerto, preoccupazione, ma lui è stato più forte del virus. A “Tale e quale” il lavoro è duro, si affronta ogni settimana un personaggio diverso. La voce spesso si affatica e i nostri concorrenti devono confrontarsi con mille difficoltà. Quest’anno poi un mal di gola da stanchezza aveva un peso specifico molto più elevato per paura che non si trattasse di stanchezza bensì di altro ... Guardarsi negli occhi e avere paura ogni giorno che tra di noi ci fosse qualche positivo asintomatico …Poi le notizie discordanti, i virologi da tv e le notizie dei morti che aumentavano … Abbiamo terminato questa edizione senza mai interromperla. Un miracolo credetemi. Un vero miracolo.
Il nostro compito come coach oltre ad indirizzarli verso la migliore imitazione possibile, è anche quello di rassicurarli, incitarli a non arrendersi quando la stanchezza prende il sopravvento, guidarli passo passo verso la migliore performance possibile. Sempre e nonostante tutto..
Questa edizione è stata anche per ciò che ho detto prima, la più difficile in assoluto. Il ritorno di conti all’ultima puntata ci ha riempiti di commozione. Vederlo di nuovo tra noi con il suo sorriso e la sua immancabile tranquillità, ha scatenato un lunghissimo pianto liberatorio. “È una brutta bestia”, ci ha detto … Eh già. Come dargli torto? Ma grazie a Dio è andata bene.
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