Daniela Terreri, artista poliedrica, insegnante e nel contempo studentessa
Daniela Terreri, artista poliedrica, insegnante e nel contempo studentessa, perché come lei stessa dichiara: “ Per fare l'attore, come per qualunque altro mestiere, bisogna studiare ed io non smetto mai di farlo” .
Con piacere, introduco questa intervista dicendo che è stato uno scambio di chiacchiere allegro e pieno di arricchimento professionale ed esperenziale con una donna e artista che mi ha regalato emozioni ad ogni battuta.

Ciao Daniela, grazie per questo incontro.
Dunque, la tua carriera artistica è costellata da tanto studio e gavetta. Come ricordi i tuoi esordi?
Ciao Angela grazie a te di cuore per questa opportunità.
A dire il vero di gavetta ne ho fatta tanta, hai ragione, così come ho tanto studiato. Ricordo che , il desiderio di mio padre era quello di vedermi Insegnante di Musica nelle Scuole Medie, per lui sarebbe stato un gran traguardo. Quindi ho dovuto, da principio, lottare un po’ con lui per fargli capire che doveva fidarsi di me perché sentivo che ce l’avrei fatta. Così ho subito iniziato a coltivare tutte le mie passioni e a portarle avanti con passione, impegno e tutte insieme. Quindi, ho iniziato a guardarmi intorno e a chiedere di potermi occupare di tutto ciò che avrebbe potuto rafforzare il mio bagaglio di studi. In merito a questo, ricordo quello che penso sia stato per me l'incontro più significativo, infatti tra le prime persone a cui chiesi ciò, ci fu Franca Valeri. A lei mi proposi come sua Assistente alla Regia per la messa in scena delle Opere Liriche, perché lei seguiva il Concorso Lirico Maria Battistini rivolto a giovani cantanti. Successivamente con Franca è nata un’amicizia che posso dire sia durata per sempre, un’amicizia bellissima. Con lei ho imparato a lavorare nella realizzazione delle Opere Liriche, imparando nel contempo a lavorare con i cantanti. Già da allora, ebbi chiara l'idea che avrei voluto insegnare Arte Scenica, cosa che faccio adesso in Conservatorio. Pertanto, tutto ciò che sono riuscita a carpire da grandi maestri come la Valeri, mi è stato utile come e più di una scuola, perché per insegnare Arte Scenica occorre avere i titoli idonei per farlo ma anche tanta esperienza sia nella regia del Teatro Lirico che, nella regia della Prosa. Quindi nella mia vita c’è stato una buona fase in cui sono stata sia Aiuto Regista che Regista di lavori teatrali.
Poi un giorno, quando sono salita sul Palcoscenico, dentro di me ho avvertito qualcosa di sensazionale, che mi ha fatto subito pensare: “Io voglio stare qui, sopra un palcoscenico. . . Ma cosa sto facendo? Magari, quando sarò vecchia mi metterò dietro le quinte, ma adesso voglio stare qua!”. Mi ricordo, in modo molto nitido quella giornata, così come quel momento, che per me rappresenta un'immagine indelebile. Poi ho ripreso a fare l'attrice e il Teatro è stata la mia palestra nel modo più assoluto. Le tournée, che mi portavano a girare un giorno dopo l’altro, attraversando città e regioni, mi hanno dato tanto a 360°. Senza dubbio il lavoro del Teatro è impegnativo, perché fare l’attore è duro, soprattutto se ripenso a qualche anno fa, quando si lavorava nel modo “frenetico" che ho sopracitato. Adesso le cose stanno cambiando, si cerca di dare all’attore un mensile, un tempo per l’attore c’era un cachet cosa che adesso non è più così, i compensi per un attore di Teatro si sono molto ridotti. Però senza dubbio la cosa bella di lavorare in teatro, oltre al rapporto straordinario col pubblico che si instaura ad ogni recita, è il poter viaggiare, conoscere posti di un incanto oltremodo e parole. Per ciò che riguarda la mia esperienza e i miei ricordi, mi portano a portare fuori le diapositive di viaggi, attraverso i quali ho conosciuto posti che, sicuramente non avrei visto e apprezzato se non legati ad un contesto teatrale. Ricordo le piccole città che hanno lasciato un ricordo ricco di affetto, come per esempio Venosa di Puglia di cui restai molto colpita e Barletta che mi piacque tanto. Per cui nelle mie esperienze il teatro mi ha anche fornito l'opportunità di conoscere le varie realtà di province e piccoli borghi. Se posso permettermi una breve digressione, in tutto questo viaggiare si è anche presentato il piacere del buon cibo, infatti ho scoperto delle realtà culinarie che mai avrei immaginato, pertanto in ogni posto in cui mi trovavo dovevo mangiare la cosa più buona di quel luogo e com’è pensabile questo scherzetto di tournée mi è costato qualche chilo in più in 10 anni! Ma questa è un’altra storia.

Nelle tue esperienze lavorative, come tu prima ricordavi, sei stata assistente alla regia di Franca Valeri. Che ricordo hai di una delle attrici più poliedriche del panorama teatrale e cinematografico?
Ogni volta che la penso, io mi commuovo e mi viene da piangere. Franca è stata per me un’amica già da quel primo incontro e questa amicizia è durata tutta la vita; lei per me è stata una consigliera, un’amica anche nella sua severità, perché per intenderci non era una persona che te le mandava a dire, anzi parlava in modo sincero, poiché possedeva quella sua ironia così pungente che le consentiva di poter parlare con schiettezza. Per me era un riferimento. Ricordo che io non mancavo un'occasione per passare dalla sua abitazione per trovarla, infatti acquistai una casa che mi dava questa piacevole scusante di poterla andare a trovare più frequentemente. Inoltre ricordo che lei aveva questo bisogno di essere circondata dai suoi amici infatti, come sappiamo, Franca non ha avuto figli poi ha adottato Stefania, oltre questo i suoi amori erano i cani e gli amici. Ultimamente non si rassegnava al fatto che non potesse salire su un palcoscenico, lei lo avrebbe voluto fare fino all’ultimo. Inoltre non si rassegnava al fatto di non poter uscire la sera perché, la sua vita è stata il Teatro con tutto ciò che lo caratterizza: le prove, lo spettacolo e il dopo spettacolo. Quindi ricordo che, quando lei non lavorava, aspettava che il suo amico Giuseppe Patroni Griffi finisse lo spettacolo per andare a cena con lui a mezzanotte, questo succedeva quando lei era avanti con gli anni. Franca ha sempre speso la sua vita per il teatro, con un'intelligenza straordinaria e unica.

Hai dei progetti a cui stai lavorando e che vorresti realizzare? Ti va di parlarcene?
Ho una grande voglia di tornare a Teatro.
Dunque, io sono anche cantante per cui nella versione di cantante- attrice, continuo a portare avanti uno spettacolo sulle canzoni basate sullo Swing italiano( Baciami piccina) adesso preparerò anche un altro spettacolo, sempre sul genere swing ma con brani americani, mettendo al centro quelle canzoni che hanno accompagnato i ricordi degli italiani che sono emigrati in America infatti, mio nonno ha vissuto in America per oltre 40 anni, per cui provengo da una famiglia di emigrati. Questo mio spettacolo vuole essere un ricordo di tutto ciò, inoltre non dimentichiamo che i più grandi crooner americani sono di origine italiana, quindi gli italiani hanno apportato un gran contributo musicale in America che possiamo dire sia stato altissimo e fondamentale. Invece per quel che riguarda il teatro e quindi il mio essere attrice, ho un paio di progetti che sto preparando. Si tratta di monologhi che farò da sola che sono stati scritti da Stefania, la figlia di Franca Valeri e che parlano di una cantante lirica. Attraverso di essi, vengono raccontate tutte le dinamiche che ruotano attorno ai cantanti lirici che è tutto un mondo e il tutto viene fatto in chiave comica. Poi ho un altro progetto che porto nel cuore, lo sto mettendo su con una mia allieva del Conservatorio, perché voglio che lei lo faccia e ci stiamo lavorando insieme. Però per adesso di quest'ultimo progetto non ne vorrei parlare oltremodo, quindi preferisco tenerlo segreto perché lo sto curando e me ne vorrei proprio occupare personalmente.

Tu, come hai detto, sei anche un’insegnante di Arte scenica, ricordiamo presso il Conservatorio L. Perosi di Campobasso.
Cosa ti sentiresti di dire ai tanti ragazzi che, fuorvianti dai mass- media, pensano che basti un microfono per essere cantanti e una bella presenza per fare di loro degli attori?
Purtroppo c'è questa falsa credenza soprattutto per quel che riguarda gli attori, secondo cui basta avere una bella faccia per essere e fare di loro un attore. Io mi sento di poter dire, prendendo spunto dalle realtà che la vita ci offre, che un idraulico non può fare l’idraulico se non sa da dove iniziare e quindi come farlo, lo stesso vale per un elettricista e via dicendo. Per cui questi esempi ben si calano nel vasto e complesso mondo dell’attore, perché è un mestiere in cui bisogna studiare e fare tanta gavetta. Quanto allo studio, personalmente e direttamente, posso dire che non si smette mai di farlo ; attualmente infatti continuo a studiare, perché è un mestiere in continua evoluzione e bisogna stare ai passi con i tempi. Quest’anno, per esempio, ho seguito un corso di recitazione in inglese che mi ha arricchito moltissimo, si tratta dell’ Acting in English, che ho seguito on-line. Pertanto, posso dire che non si smette mai, come in tutte le cose, di potersi perfezionare perché se uno vuole imparare si deve mettere al passo e come disse un regista famoso: “Nella vita non si finisce mai di imparare!” . Questo dopotutto è ciò che mi sento di dire da attrice e da insegnante sempre in evoluzione.





