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Donato Leoni: un regista di talento, dalle mille risorse

Donato Leoni è un artista talentuoso che, con impegno e tenacia si muove nel mondo della cinematografia, nutrendo una passione per il canto lirico, ereditata dal nonno.


Lei ha un curriculum ricco di esperienze in più settori, tra tutte le sue formazioni ed esperienze, quale o quali le hanno dato consapevolezza di sé e delle sue predisposizioni artistiche, cresciute con il tempo?

Mi risulta molto difficile individuare una sola esperienza lavorativa, tra tutte quelle che ho fatto, che reputo molto formativa per il mio percorso. Secondo me, si può sempre imparare tutto da tutti. Ho sempre pensato che un buon "Regista" con la R maiuscola, debba intendersi di tantissimi settori per poter poi dirigerli e coordinarli al meglio all'interno di un film.

Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse
Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse

Tra queste cose, lei ha avuto l'esperienza da fotomodello, facendo da testimonial ad importanti brand.

Cosa ci potrebbe dire in proposito?

Fui notato da un talent scout, per caso ad un centro commerciale di Roma. Mi fecero un book e mi proposero per varie campagne. Realizzai solo due photoshooting per brand piuttosto famosi e poi scappai a gambe levate! Penso sia un settore molto competitivo, se perdi un chilo o ingrassi di mezzo etto diventa una tragedia! Non capisco come facciano certe persone a lavorarci senza esaurire.


Lei ha vinto il Primo premio del contest canoro di Roma Capitale, in cui ha interpretato "O sole mio".

Vorrebbe raccontarci com'è stato ricevere quel premio e da dove nasce la sua passione per il bel canto?


Ho partecipato quasi per gioco, spronato da mia moglie. Non ho mai studiato musica e mi diletto a cantare "ad orecchio". Io sono stato cresciuto dai miei nonni materni, mio nonno era un grande tenore lirico. Lui mi ha trasmesso questo amore per la lirica, ha sempre sostenuto che io avessi ereditato la sua voce. Affermava questo già quando avevo solo cinque anni e cercavo di cantare assieme a lui arie e opere liriche, da lui incise. Ha sempre creduto nelle mie potenzialità e vincere questo premio, così importante, è stato come onorare la sua memoria!

Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse
Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse

Nel 2011 ha scritto, diretto e interpretato il cortometraggio improntato sulla serie Miami Vice, ottenendo consensi da Don Johnson. Vorrebbe raccontarci come andò quell'esperienza?


Ho girato più di 9 remake ispirati alla serie TV "Miami Vice”, oltre ad averci basato la mia tesi di Laurea. Quando nel 2011 finii il quarto capitolo, iniziai a cercare di contattare i due protagonisti della serie in tutti modi. Alla fine, grazie ad un fan club tedesco, riuscii ad ottenere gli indirizzi fisici delle due star. Tramite un corriere FedEx inviai il mio dvd sottotitolato e gli posi sempre solo una domanda: "Cosa ne pensate dei miei lavori?". Poco tempo dopo finalmente ebbi la risposta, prima da Philip Michael Thomas, il quale si congratulò con me con una mail di 2 pagine, in cui mi esortava a realizzare anche qualcosa di più "sperimentale". Poi fu la volta di Don Johnson, mentre pubblicizzava in live su Periscope una sua nuova serie televisiva, alla mia domanda rispose: "Molto bene Donato, Benissimo!" usando la lingua italiana, anche piuttosto bene, nonostante l'accento. Fu un riconoscimento molto grande per me, erano gli idoli della mia adolescenza.

Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse
Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse

Nel 2016 con Faith in You, lei ha dato vita ad un cortometraggio che lei stesso ha scritto, con il supporto di sua moglie e che è stato premiato in vari festival cinematografici nazionali e internazionali. Si dice che sia basato si fatto vero, le piacerebbe condividere con noi questa sua "creatura"?

Basato su un fatto realmente accaduto a mia madre, la quale finì in coma per un banalissimo calo di sodio. I medici inizialmente non capivano se si trattasse di tumore al cervello, ictus o cose anche peggiori. Si risolse tutto senza danni permanenti e fu un fatto che scosse molto tutta la mia famiglia. Per così poco, si sospettò così tanto e si rischiò anche di più, difatti il calo di sodio, se non curato in tempo, può portare gravi conseguenze. Ho avuto l'onore di avere nel cast il doppiatore ufficiale italiano di Robin Williams Carlo Valli, gli proposi la mia idea e accettò subito. Un grande professionista, un bravissimo attore e doppiatore. Un progetto molto personale, intimo, forse troppo! Per questo ne parlo sempre poco. Nonostante ciò è stato, assieme al live action di City Hunter, la mia opera più apprezzata dal pubblico e soprattutto all'estero.

Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse
Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse

In ultimo, lei ha un raggio artistico a 360 dalla fotografia, alla moda, dal canto al cinema, che in questo caso mi sembra sua la cosa che più la sta ispirando. Per cui, secondo lei, cos'hanno la sua scrittura, regia e interpretazione, rispetto a tante altre di suoi colleghi, per essere premiate e riconosciute da attori e critici di clara fama?

Sicuramente tenacia e fortuna, ovviamente il talento è importante ma da solo non basta! Tanti si abbattono dopo aver scritto la prima sceneggiatura, la chiudono in un cassetto dicendo: "tanto non potrò mai permettermelo, non ho i mezzi necessari per girare un film"... niente di più sbagliato! Al giorno d'oggi i mezzi sono alla portata di tutti, ci sono persone che realizzano corti anche con gli smartphone, non ci si può abbattere al primo ostacolo! Iniziai a girare film a zero budget, basati sulle mie idee, già a 12 anni e cioè ben 16 anni fa! Sta nella capacità degli altri e nella loro "Suspension of Disbelief" vedere "tra le righe" del low budget, le capacità e il talento. Ovviamente, certe opere non si possono guardare come si guarderebbe un Zemeckis o Lucas. La fortuna in secondo luogo aiuta. Non mi ritengo un uomo particolarmente fortunato, ma ci sono state occasioni che si sono presentate nel momento giusto. Come l'essere stato invitato alla prima internazionale di "C'era Una Volta ad Hollywood" dove ho conosciuto dal vivo Quentin Tarantino, Margot Robbie e Leonardo Di Caprio. Grazie al Professore del DAMS con il quale collaboravo, riuscii a stringere la mano a Di Caprio e a presentarmi, non è cosa da poco! Infine, penso sia importante il voler comunicare la "gioia di vivere", sempre! La maggior parte delle opere low budget, indipendenti e moderne, si basa su storie autoreferenziali, monotone, tristi, dark, troppo sociali, troppo volutamente impegnate e quindi intrinseche di immotivata sofferenza. Si prova a comunicare con la tristezza e il disagio, perché? La vita reale è già abbastanza drammatica e disagiante, nel Cinema si può creare una vita diversa, utopistica, migliore. Se si vuole fare un film drammatico o di stampo sociale, realistico e perché no, anche documentaristico, ben venga! Ma deve comunicare realmente un messaggio, non deve essere solo un pretesto per cercare di ottenere consensi.

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Donato Leoni: un regista di talento era la mille risorse

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