Editoriale: "Il Teatro degli Artisti" a cura di Mario Mattia Giorgetti
La pandemia ha messo a nudo e ha portato alla luce alcune falle presenti nel “Sistema Teatro Pubblico”.

Con la chiusura dei teatri pubblici a seguito del periodo pandemico, tuttora presente, chi è rimasto col "culo scoperto?" (passatemi l’espressione).
Sono gli Artisti e i tecnici che collaborano in sinergia.
Il Ministero competente, con i teatri chiusi, ha ugualmente foraggiato con ristori i teatri pubblici, i quali però risultano privi di scritturati e che, al momento, non possono agire e quindi nessun sussidio è previsto per questa categoria. Ogni Artista è tornato alla propria individualità.
Tuttavia solo gli apparati amministrativi continuano a svolgere le loro attività, sebbene non siano i veri protagonisti dell’arte dello spettacolo dal vivo.
Ciò significa che tale sistema non è creato per un teatro di attori stabili, bensì per uno staff di burocrati stabili. In realtà un teatro pubblico dovrebbe avere una compagnia stabile in seno, contrariamente diviene un’impresa e non una compagnia pubblica. Il teatro senza Attori non esiste.
Alcune normative del Ministero dovrebbero essere riviste dal momento che ad oggi risultano obsolete e non adeguate a fornire risposte efficaci alle sfide odierne che investono il settore. Sarebbe opportuno che ciascun teatro pubblico annoverasse la presenza di un nucleo di base di Artisti al suo interno da tutelare anche in situazioni estreme, vedi quella attuale che continua ad impor- re la chiusura dei teatri. Tali nuclei dovrebbero denominarsi “Compagnie Stabili pubbliche”.
Scopriamo, invece, che esiste uno staff volto a scritturare gli attori a seconda del programma dettato dal regista di turno, il quale intende affermare il proprio ego anziché individuare un repertorio atto agli Artisti in forza ai teatri pubblici. Tale sistema, inoltre, offrirebbe alla città una stabilità residenziale agli attori costituenti quella realtà garantendo la genesi di un repertorio da tenersi in programma per essere riproposto, di volta in volta, alle nuove generazioni. Attualmente, invece, ogni Artista si vede costretto a deambulare da un teatro all’altro per la propria sopravvivenza.
In questo tempo di pandemia, ho effettuato una carrellata di interviste ai direttori di teatri pubblici, chiedendo loro quali erano i nomi degli Artisti stabili: “non ce ne sono” è la risposta, mentre lo staff organizzativo resta in piedi. Questo sarebbe il teatro stabile della città? Ecco la contraddizione messa in evidenza dal coronavirus. È giunto il momento, dunque, di mettere in atto una riforma che funga da garanzia agli Artisti quali principali protagonisti del teatro dal vivo. Il Teatro agli Artisti.
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