"Fiabe, filastrocche, raccontini" di Rita PacilIo | INTERVISTA
Cara Rita, da giornalista ma anche da insegnante di scuola primaria, vorrei complimentarmi per le storie che hai scritto per i bambini. Quando e come hai deciso di scrivere per i piccoli lettori?
Carissima Sara, bentrovata! Grazie per i complimenti e per prestare attenzione alla mia scrittura, in questo caso specifico, pedagogica e sociale. Scrivo per bambini da sempre e devo ringraziare la poesia per avermi concesso lo sguardo immaginifico e visionario sulla realtà. Infatti, sai bene che scrivo poesie sin dalle scuole elementari - ai miei tempi venivano definiti così i primi cinque anni della formazione scolastica - e conosci il mio percorso letterario nella prosa poetica e poi nel romanzo. La scrittura per me, come già ho dichiarato più volte, è stata sempre importante per confrontarmi con gli esseri umani e, dunque, uno strumento indispensabile per approfondire conoscenze, per alimentare il mio spirito e la mia educazione nel mondo. La pubblicazione della letteratura per bambini - fiabe, filastrocche, raccontini - è arrivata in età matura anche perché, dopo la morte di una direttrice editoriale di una famosa Casa Editrice Scolastica, con cui avevo firmato un Contratto di Edizione, per una serie di circostanze, ho abbandonato l’idea di collaborare con gli Editori. Però, ho continuato a dare il mio contributo per l’età evolutiva lavorando in molte Scuole - e non solo del mio territorio – leggendo le mie storie, così da suscitare nei piccoli, nuovi pensieri e riflessioni sulle dinamiche sociali, pedagogiche e formative. Le prime cavie sono state i miei tre figli a cui parlavo anche attraverso le storie di un mondo parallelo come riferimento per comprendere meglio le dinamiche di pensiero e comportamentali da sviluppare nel corso della crescita. Adesso, ho il desiderio di pubblicare con Editori del settore. E spero tanto, possa realizzarsi il mio progetto.
Fra quelle che ho letto me ne ha colpito una in particolare. Come sei riuscita a scrivere la fiaba, dal titolo: "La vecchina brutta e cattiva"?
La vecchina brutta e cattiva è un personaggio veramente esistito e che spaventava i bambini con il suo fare burbero e severo. Così è nata la mia storia. Attraverso le immagini e i dialoghi ho cercato di lavorare sulle emozioni per meglio far comprendere ai bambini che tutti dovremmo imparare ad accogliere gli altri, anche se diversi da noi, sviluppando prospettive nuove, pareri positivi e costruttivi.
Continuerai a scrivere per il mondo dell'infanzia?
Certo, affiancare i bambini nel loro percorso di crescita, con le mie fiabe e filastrocche, è veramente molto gratificante per me. È un motivo per continuare a sentirmi utile nella società.
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