Frida, la cantante che con la musica ha sanato le proprie cicatrici | INTERVISTA
Il suo nome si ispira ad una donna che ha trasformato le sue sofferenze in arte e l'obiettivo della cantante Frida è di fare lo stesso con la sua musica.
Frida, perché questo nome d'arte? A cosa si è ispirata?
Il mio nome d’arte ricorda la celebre pittrice Frida Kahlo, una donna che ammiro molto perché nonostante il suo dolore interiore, gli infiniti tradimenti da parte del marito e gli svariati incidenti, non ha mai smesso di amare la vita. È l’incarnazione della resilienza, è anticonformista, è indipendente ed è da sempre la mia musa ispiratrice (ho anche tatuato sul mio braccio il suo volto, a metà con quello di Amy Winehouse). E’ riuscita a trasformare quelle che erano le sue sofferenze, fisiche e amorose, in arte. Ed è un po’ quello che è accaduto anche a me. Ho cercato di trasformare in parole e musica, tutte le cicatrici del passato.

Perché questo titolo "Era triste Bologna"? Questa città ha sofferto?
“Era triste Bologna” parla di un amore consumato in una stanza d’hotel in centro a Bologna e terminato sulle panchine della stazione. Pioveva quel giorno a Bologna, era grigia, triste, malinconica, esattamente come me. Nel brano ripercorro alcuni dei luoghi più belli e caratteristici di una delle mie città preferite, vissuta però in quel momento con un alone di malinconia e nostalgia, perché sapevo che l’amore che stavo vivendo sarebbe presto terminato.

Se potesse duettare con un artista, chi sceglierebbe e perché?
Ne avrei tanti di nomi ma penso che su tutti sceglierei Levante perché secondo me è la cantautrice italiana più forte che abbiamo attualmente, a partire dalla sua penna mai scontata a finire al suo timbro vocale, sporco ma allo stesso tempo così preciso.
