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Gabriele Ciampi: la musica era nel suo DNA. Una carriera di determinazione e talento | INTERVISTA


Un’intervista che da oltre Oceano, parla della nostra storia musicale. Effettivamente il maestro Ciampi, ha respirato la musica perché la Ciampi Pianoforti, che quest'anno festeggia i 75 anni, è l'azienda della sua famiglia. Ecco, i passi salienti della piacevole chiacchierata.


INTERVISTA A GABRIELE CIAMPI

D. Nella sua famiglia di origine di certo era stampato il suo destino di musicista. Ricordiamo che la Ciampi Pianoforti è l'azienda di famiglia, ritieni che le proprie radici e l'ambiente in cui si cresce, possono contribuire nelle scelte professionali?


R. Sicuramente sì, nel senso che la passione per la musica ce l'ho da piccolo, ho sempre avuto pianoforti per casa di una ditta storica familiare, con un'attività importante, anche la mia prima esperienza lavorativa è stata lì. Infatti ho lavorato nell’azienda di famiglia per 10 anni e ho respirato musica tutti i giorni. Ho iniziato a suonare pianoforte a sei anni, è vero ero molto piccolo però mi piaceva molto. Ma, se da un lato ero circondato da pianoforti, dall'altro però avevo bisogno di evasione, di studiare qualcosa di diverso. Quindi diciamo che, l’ambiente musicale di famiglia ha contribuito nel farmi avvicinare ad uno strumento, però quando la vivi da un punto di vista puramente commerciale è diverso. Quindi c’è anche questo che poi ti fa allontanare. Per cui dopo aver fatto gli studi al Conservatorio la musica per un po’ è stata un limite di quell’ esperienza lavorativa. Per cui la risposta è sì, aiuta certamente però poi se si supera quel limite c'è il rischio che ti possa far allontanare da quelle che sono le passioni . Appartenere ad una famiglia con il destino musicale talvolta è un po' un'arma a doppio taglio.


D. Nel 2012 si e trasferito a Los Angeles e in seguito ha ottenuto la cittadinanza. Hai dichiarato di non sentirti un cervello in fuga bensì in prestito. Ma dai tanti per supposti che esistono in Italia, secondo cui la meritocrazia è un accessorio, pensi che se fossi rimasto in Patria, avresti avuto ciò che meritavi e quello che oggi stai riscuotendo?


R. Secondo me alla fine anche in Italia si possono ottenere delle grandi soddisfazioni, a mio parere si, nel senso che il motivo per cui sono andato via è stata una questione di opportunità, sono stato preso all’ UCLA e chiaramente essendo università pubblica ho voluto, ma anche desiderato fare questa esperienza. L’Italia mi ha dato grandi soddisfazioni, per esempio attraverso il concerto all'Auditorium, di fronte al Papa.

In Italia magari è tutto più lento, rispetto agli Stati Uniti dove si ha subito l’opportunità, in questo caso penso all' occasione che ho avuto di suonare alla Casa Bianca per l'allora Presidente Obama. Torno sempre in Italia per registrare, per i concerti e il pubblico italiano apprezza molto di più, In Italia ci vuole più tempo, bisogna avere pazienza Però penso che alla fine chi effettivamente vale, non molla e va avanti.

A volte i cambiamenti sono visti male, però il mio futuro lo vedo in Italia.

Gabriele Ciampi: la musica era nel suo DNA. Una carriera di determinazione e talento | INTERVISTA

D. Il tuo ultimo album opera, uscito il 18 dicembre scorso, in cui è presente in modo originale e creativo il tema della parità tra uomo e donna. Che messaggio vorresti che arrivasse, ce ne vuoi parlare?


R. Questo sostanzialmente è un disco che parte da un uomo e parla alle donne. Generalmente in passato abbiamo sempre visto donne che si aprono e raccontano di altre donne, vedi la mia esperienza con Donna Ferrato, lei racconta è un’artista de la fotografia che racconta di donne. Con l’album Opera ho voluto lanciare un messaggio che, questa volta parte da un uomo. Esso è pur sempre una goccia nel mare però, potrebbe essere l’inizio di un cambiamento, appunto sai le donne, specie nella musica, sono considerate ottime esecutrici, invece in questo album con le donne vi è un lavoro di creazione, infatti ho lavorato con Teura, una voce particolare con Jujie Jin, mezzo soprano dell’Opera di Pechino e con Livia de Romanis al violoncello. Quindi nasce un dialogo uomo – donna; poi come si sa, nella vita quando c’è questo dialogo si crea sempre qualcosa di straordinario. Il messaggio di questo album è un messaggio di parità, di unione tra uomo e donna nel processo creativo, quindi non soltanto il lavoro uomo- donna per ciò che riguarda l'esecuzione finale, ma come partecipe al 50% di quel processo creativo fondamentale per la creazione e la realizzazione dell’opera stessa. In definitiva il mio concetto di opera è di un'opera musicale. Questo è quello che io penso, con questo disco ho solo voluto dare un messaggio di parità che purtroppo nella musica e specialmente nella musica classica è ben lontano.


D.Su The Guardian sei stato osannato per la colonna sonora Infinito dialogo d'amore, che accompagna la produzione fotografica di donna ferrato, sui diritti delle donne. Cosa ti ha ispirato, ce ne parleresti?


R. Per la colonna sonora del libro di Donna Ferrato, mi ha ispirato il fatto che credo fortemente nell’arte, specialmente nell’arte della musica che poi è l'arte universale per eccellenza, quella che è capace di abbattere i confini per far arrivare dei messaggi forti. Con Donna Ferrato ho cercato di sottolineare la strada che lei aveva intrapreso. Lei è stata la prima a denunciare attraverso la fotografia queste violenze e io ho voluto con la musica, rafforzare questo messaggio non creando una musica drammatica per sottolineare le immagini drammatiche in sé, infatti le fotografie sono molto forti, ma proprio in quei momenti così forti, ho creato dei contrasti magari vediamo delle foto un po’ scioccanti però vengono accompagnate da una melodia molto dolce, questo secondo me è un contrasto che rafforza il messaggio.

Per me è stata una collaborazione in cui la musica è stata di supporto a questo messaggio sociale molto forte. Da un punto di vista artistico è nato un nuovo stile, ovvero la colonna sonora per il libro, io praticamente non lo avevo mai fatto ed è stata un'esperienza molto bella, importante e penso sia anche il futuro, ovvero le colonne sonore per i libri, dopo i documentari, sono l'ultima frontiera.

D. Quest'anno ricorrono i 75 anni dell’azienda di famiglia, data la situazione particolare, avete in mente di fare qualche festeggiamento?


R. Certamente, pensavamo comunque di fare un bell’evento ma si è bloccato per questa situazione, così aspettiamo tanto abbiamo tutto l’anno davanti e sicuramente si riprenderà dopo l’estate. Non credo proprio si potrà fare in primavera come stanno dicendo, ma come stanno facendo in America tutto è rimandato all’ autunno prossimo, come è giusto che sia, io non sono per le aperture forzate e in questa situazione non ha senso aprire. Per quel che riguarda la situazione attuale è una situazione drammatica però è una situazione in cui vedo delle grosse opportunità, questo lo dico anche a chi mi scrive. Bisogna sempre cercare il lato positivo è questo e che ripartiremo tutti da zero, quindi si resetta tutto e tutti hanno una possibilità. Pertanto chi andava avanti sulla via del passato e non si è rinnovato sicuramente non avrà più futuro invece chi ha delle idee valide è bene metterle in gioco, perché questa situazione di emergenza ha resettato le cose. La musica si può fare in streaming che da’ dei vantaggi grossi infatti si raggiunge un pubblico più ampio, dobbiamo soltanto abituarci a realizzarla con un nuovo modo di produrla. Si esce un po’ dal live di piazza, che spesso serviva da propaganda politica, per cui quando questa situazione si normalizzerà e si ritornerà nel luogo deputato per la musica, anche noi come azienda faremo un bell’evento in Teatro per festeggiare questi 75 anni di attività.

Gabriele Ciampi: la musica era nel suo DNA. Una carriera di determinazione e talento | INTERVISTA

R. In un'ultima battuta, cosa ti senti di dire, ai giovani che ti ascoltano, alle persone che ti seguono e a coloro che vorrebbero intraprendere questo mestiere, cosa ti senti di consigliare?

R. Personalmente io seguo i miei social, Instagram, la mia pagina Gabriele Ciampi e il sito, perché la mia scelta è sempre stata di avere un rapporto diretto con tutti e a tutti rispondo alle domande, appunto quando posso dare dei consigli dall’esterno, mi sento di parlare con franchezza, pertanto posso dire che studiare è la cosa principale, perché senza lo studio non si raggiunge nessun tipo di risultato.


Gabriele Ciampi: www.gabrieleciampi.com

Facebook: https://www.facebook.com/gciampimusic

Instagram: https://www.instagram.com/gciampimusic


Ringraziamo per la preziosa collaborazione Mauro Caldera, addetto stampa del Maestro Ciampi:


https://www.facebook.com/361ComunicAzioneMilano

https://www.361comunicazione.it/

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