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Giorgia Trasselli, “la tata” di Casa Vianello: “Il teatro manca anche alle persone” | INTERVISTA

Giorgia Trasselli, attrice ed insegnante di recitazione, e’ nota al grande pubblico per la sua interpretazione della tata all’interno di “Casa Vianello”. Con Giorgia abbiamo ripercorso gli anni piu’ belli della televisione italiana, ricordando gli insormontabili Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. “La sitcom – ci dice – e’ un prodotto che manca alla tv di oggi. La televisione, o comunque l’arte in genere, ha bisogno di investimenti e di una scrittura brillante e divertente”


INTERVISTA A GIORGIA TRASSELLI


Giorgia Trasselli: attrice e docente di recitazione. Fra l’altro, nel Suo cv, ho notato che e’ anche regista. Come sta vivendo questo momento di enorme difficolta' per il teatro a causa della pandemia?


Tengo a precisare che non mi sento una “regista”. E’ una parolona, una grande responsabilita’. Mi sento piu’ adatta a definirmi “un aiuto regia” o ad essere una supervisore, ma oltre, direi di no … (sorride).

E’ un momento dolorosissimo per tutta l’arte in genere; l’arte è cultura e la cultura si ciba di tutto ciò che è arte e ne abbiamo sempre tutti bisogno, fame addirittura.

Ovviamente, la speranza e’ quella di uscire al piu’ presto da questa pandemia. Il teatro ne sta soffrendo molto e cosi’ tutti gli addetti ai lavori: partendo dall’attore per arrivare al macchinista, dal regista al direttore della fotografia.

Tutto il settore ne soffre ma anche gli spettatori. Mi sono arrivate decine di telefonate, di e-mail, di pensieri (anche attraverso i canali social) chiedendomi quando torneremo sul palco.

Recentemente ho condiviso un post meraviglioso di Mario Mattia Giorgetti, direttore di “Sipario” (una rivista di teatro davvero prestigiosa) in cui si spiega “il bisogno di fare teatro”.

E’ impensabile fare teatro in streaming, il teatro e’ un rito: stare insieme, sedersi accanto ad un’altra persona, sbuffare se il posto assegnato non e’ di nostro gradimento e commentare lo spettacolo, sussurando al compagno di poltrona qual e’ stato l 'attore o l attrice più bravi e le emozioni, i pensieri suscitati dalla visione dello spettacolo .

Credits by Luca Brunetti

La stessa rappresentazione non mai e’ uguale: in ogni occasione, gli esseri umani donano sfumature diverse, un entusiasmo originale, irripetibile. Come dico sempre ai ragazzi che seguo a scuola di recitazione, basta che una persona agisca con un racconto, una storia, oppure con un’azione, una danza e un 'altra che osservi, che ascolti, guardi, osservi tutto ciò ed ecco che questo è già teatro, lì nasce un dialogo tra due parti: l 'attore e lo spettatore.

Ritornando a parlare della pandemia, come diceva mia mamma: “Al peggio non c’e’ mai fine” pero’ non dobbiamo necessariamente sempre paragonare un avvenimento ad un altro. Nello specifico, parlando di questa brutta situazione, non vediamo l’ora che finisca ma, veramente, al piu’ presto! C’e’ bisogno di abbracciarsi, di “viverci” come una volta.

Purtroppo ci sono compagnie ferme da mesi, con gravi problemi economici. Voglio essere ottimista, tutto questo passerà, del resto per citare Bertolt Brecht: “La notte più lunga eterna non è".


Indimenticabile il Suo ruolo della tata nella sitcom "Casa Vianello": crede che sia semplicemente cambiato il mondo della televisione o, che manchino quel genere di prodotti televisivi, all’oggi? Mi toglie un’altra curiosita’: il Suo personaggio della tata, aveva un nome?


Questa e’ una domanda che mi fanno spesso, ovvero, se la tata che interpretavo in “Casa Vianello” avesse un nome … In realta’ dalla sceneggiatura non appariva nessun nome. A Milano – mi pare in occasione di una delle prime conferenze stampa di “Casa Vianello” – ho conosciuto la loro “vera” governante, una signora che abitava con loro e che si chiamava Concetta. Parlando della sitcom, si, a mio avviso, questo genere manca. Me ne accorgo parlando con le persone, con gente estranea. La fatidica frase: “Sono cresciuto con Lei”, e’ musica per le mie orecchie!

Sandra e Raimondo, sono stati e sono straordinari; non esistono i loro eredi.

Ad oggi non penso assolutamente che manchino attori bravi per creare una bella sitcom ma cio’ che decreta un successo – indubbiamente anche l’epoca ha giocato il suo ruolo – sono i testi divertenti, freschi, una drammaturgia dilettevole. Quelle di “Casa Vianello” erano storie semplici recitate da due miti come Sandra e Raimondo. Personaggi che gli italiani conoscevano bene e che, in qualche modo, si immedesimavano, si rivedevano.

Sicuramente anche la durata e l’orario della messa in onda (il sabato nel primo pomeriggio o dopo la prima parte di “Buona domenica”) hanno aiutato “Casa Vianello” ad essere familiare e ad avere un ampio consenso da parte del pubblico.

Un buon prodotto costa - di qualsiasi settore appartenga - gli investimenti si sono dimezzati e, anche la televisione, ahime’ ne ha risentito. Scarseggiano gli incrementi economici sull’attualita’ del prodotto, per un puro e sano divertimento. Ci sono in giro tantissimi ottimi attori e attrici che potrebbero fare cose stellari.

Un pensiero per Raimondo e Sandra: indimenticabili.


Entrambi erano due esseri speciali nella diversita’ piu’ assoluta. La loro diversita’ li univa enormemente.


Questo Natale sara' diverso, forse triste, per tutti: possiamo chiederLe come lo passera'?


Ho sempre passato il Natale in famiglia, con i miei genitori, con mio fratello e mia cognata. Non andavamo fuori perche’ preferivamo riunirci a casa, come nelle migliori tradizioni. Quest’anno sara’ un Natale “circoscritto”, con una famiglia piu’ ristretta. Dobbiamo tutti seguire le regole del distanziamento e salvaguardare le persone piu’ fragili. Questo, per ritornare quanto prima, alla vita pre-covid che ci manca tanto.


La foto di preview (di copertina) dell'intervista e' di Luca Brunetti


Credits by Francesco Marchioni

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