Giorgio Tirabassi: "E' stata una fortuna aver avuto come maestro, amico e collega Gigi Proietti"
Oggi abbiamo chiacchierato con Giorgio Tirabassi, noto attore cinematografico, teatrale e televisivo con il quale abbiamo attraversato i suoi percorsi professionali. Una piacevole intervista che - pubblichiamo proprio oggi in occasione del suo compleanno - per fargli i nostri migliori auguri.

INTERVISTA A GIORGIO TIRABASSI
D. Come tutti sanno, lei è attore e regista italiano apprezzato da tutti, anche lei tra i tanti è cresciuto nella scuola di Gigi Proietti, che ci ha recentemente lasciati. Cosa si sentirebbe di dire in memoria del suo maestro? Cosa le ha trasmesso nel corso del tempo?
R. Sicuramente un’impronta, ecco cosa mi ha trasmesso. Sono entrato in compagnia che avevo 22 anni e sono uscito che ne avevo 31. Ho fatto con lui la scuola del palcoscenico, con un attore grandioso e in Teatri sempre stracolmi, con un pubblico adorante. Gigi era un attore con una tecnica invidiabile ma anche un attore che ha permesso ad altri attori di esistere. Cioè mi spiego, prima di lui l’attore era quello di Prosa per intenderci era Gassman per eccellenza e per l’Avanguardia era Carmelo Bene. Proietti è stato un innovatore, ha inserito il dialetto, la musica ha creato la figura dell’attore più vicina a Yves Montand, con quei ruoli da recital. Questo ha consentito a persone come me, di aprire gli occhi, di pensare e comprendere che quella professione era qualcosa che sentivo vicino e come l’ho sentita io, anche molti attori della mia generazione lo hanno avvertito. Per me lui è stato una figura più che importante, a parte il rapporto affettivo e di amicizia, è stata una grandissima fortuna avere anche con Gigi Proietti un rapporto artistico .
D. Lei è stato diretto al cinema da grandi registi, tra cui Risi, Archibugi, Scola, Marco Tullio Giordana e Gabriel e Mainetti. Tra tutti quelli che ha conosciuto, con chi vorrebbe tornare a lavorare?
R. Io ho un ottimo rapporto con Marco Risi, con cui abbiamo realizzato tre film insieme: il branco che fu il primo film che feci con lui, poi abbiamo fatto L'Ultimo Capodanno e infine una serie per la RAI sul terremoto dell’Aquila (L’Aquila, grandi speranze). Con lui ci siamo trovati in sintonia e ci lavorerei da domani.
D. Lei ha interpretato tante fiction di successo, ma due su tutte hanno colpito l'attenzione del pubblico: Paolo Borsellino e In arte Nino (per quest'ultima ha regalato un suo cameo). Quali sono state le sensazioni nel ricoprire un ruolo socialmente importante e lavorare in un film che parlava di un tanto amato attore italiano e non solo?
R. Sono cose molto diverse per quel che riguarda il mio coinvolgimento punto cioè, quando ha interpretato Borsellino Io mi sono avvicinato a questo personaggio conoscendolo come tutti, attraverso i telegiornali e la cronaca punto Poi ho studiato ho letto e ho cercato di capire sempre di più che personaggio andava interpretato, è stato un arricchimento perché Borsellino è un personaggio straordinario, una figura dell’Italia che abbiamo perso e questa è stata una grandissima perdita. Nella fiction In arte Nino, ho fatto una partecipazione; io ho interpretato un infermiere, so che è veramente esistito e per me fare anche questa partecipazione è stato come dare un abbraccio a Nino, un abbraccio a Luca. Anche perché io ho avuto il piacere di lavorare per più di un anno con Nino Manfredi, eravamo praticamente gomito a gomito. Insieme a lui ho girato una serie dove lui era un commissario di polizia ed io il suo autista (Un commissario a Roma) stavamo in macchina insieme, spesso improvvisava e uscivano fuori degli sketch in cui anche in quel momento è stato molto istruttivo; perché quando stai vicino a questi grandi e bravi è un arricchimento solo stargli vicino.
Ho lavorato anche con Mastroianni e per me è stata una grande esperienza, poi quando abbiamo fatto La Cena con Ettore Scola, a parte il rapporto con Scola, è stata una direzione degli attori geniale. Per esempio io in una scena di questo film, ho improvvisato e queste improvvisazioni hanno dato una zampata al film.
Per cui quei due lavori che ho fatto, sono due lavori molto diversi tra loro due emozioni totalmente diverse.

D. Nel 2016 lei ha inciso un disco Romantica, nel quale celebra la sua città, che l'ha vista itinerante in un tour co vari artisti e che è stato menzionato all’università La Sapienza, come evento di divulgazione non solo culturale ma linguistica romana. Ci vorrebbe raccontare com'è nato questo progetto?
R. Sono nato a Roma e sono contentissimo di esserci nato, questo cd ha a che fare con la romanità, Perché i miei genitori erano del ‘20 e venivano dal popolo, quindi diciamo che alcuni strascichi che si portavano dietro dai loro genitori, quindi parliamo di fine 800, è qualcosa che piano piano è arrivata a me e io ho ancora quel retaggio e quella memoria. Credo che la romanità e la sua lingua possano dare più verità alle cose che ha un passato anche musicale. È vero che non ha un patrimonio artistico come la canzone napoletana però ha delle cose diverse da quelle canzoni romane scritte successivamente negli anni ‘50 e ‘60. Tutto quello che io ho raccolto, è stata una selezione del materiale che c’è a disposizione anche grazie a Gigi Pianazzo che ha fatto una raccolta di poesie, di detti e di canzoni. Quasi tutti i testi si abbinano sempre a un paio o a 4 5 melodie popolari non di più, perché servivano per raccontare i testi, la parte musicale era in maggiore e minore mentre i testi sono stati raccolti con una selezione del nostro materiale migliore. Una cosa del genere la fece anche Fiorenzo Fiorentini che era un ottimo conoscitore. Per cui questo lavoro è stata una selezione delle cose migliori un tramandare. Nel senso che possa avere un interesse. Per l’arrangiamento ci siamo presi qualche libertà, senza tradire il senso della canzone o della poesia.
D. Se fosse possibile, ci potrebbe parlare dei suoi progetti futuri?
R. Guardi, devi uscire il film di Gabriele Mainetti Freaks Out, ma non sappiamo quando esce, proprio situazione permettendo. Ci sarebbe anche in uscita un film che ho fatto con Donatella Finocchiaro, dal titolo Nonostante la nebbia di Paskaljevic. Purtroppo questo regista è morto qualche mese fa e anche su questo non so quando e se uscirà punto dopodiché ho lavorato nel film di Davide Ferrario Tutto qua abbiamo finito i primi di dicembre. Adesso sto sul set di Paolo Genovese per una partecipazione al film che sta girando.
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