Giovani tornate a teatro senza paura, una nuova drammaturgia vi accoglierà | Mario Mattia Giorgetti
Cosa ci ha insegnato questa pandemia?
Ci ha insegnato, tra molte cose, che la vecchia generazione deve aprirsi alla nuova generazione; cioè ai giovani, poiché loro saranno il prossimo strumento di vita, di gestione della esistenza del mondo globale, poiché con l’evento di internet si sono aperte tutte le porte del pianeta. E i drammaturghi, devono prendere coscienza del fenomeno e dovranno parlare a loro, affrontare le loro istanze.
I giovani devono avvicinarsi al teatro, come luogo d’incontro, di socializzazione, di condivisione, di crescita culturale, di scuola di vita.
Il pubblico che finora il teatro ha avuto è troppo adulto ormai per continuare a lavorare, a soddisfare il loro bisogno culturale.
Dobbiamo colmare il vuoto che si è determinato tra loro e i giovani, questo la pandemia ha messo in evidenza.
Ora occorre rinnovare le platee e ciò lo si può fare solo coi giovani e con una drammaturgia che affronti i loro problemi che quotidianamente ci segnalano dal mondo mediatico. Problemi ecologici, il clima, le guerre, il disarmo delle armi, la disoccupazione, la povertà, la fratellanza, la pace, la solidarietà, la distribuzione del bene comune, eccetera, eccetera.
I politici di turno dovranno fare una politica di coinvolgimento, di apertura delle porte, di affermazione dei principi di democrazia costruttiva, e gli autori con loro, a supporto delle nuove linee riformatrici e i conseguenti comportamenti: il giovane deve lasciare la sua solitudine in complicità con internet che lo blocca di fronte allo schermo e riportarlo alla convivenza del rito teatrale.
E ciò può accadere solo con una nuova drammaturgia. Autori all’opera!
Registi all’opera! Direttori dei teatri aprite le porte ai giovani! Giovani tornate al teatro senza paura! E lì che riprende la vita. Dal teatro.
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