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Giovanni Paparcuri, lavorava a fianco di Chinnici e adesso cura il bunkerino di Falcone e Borsellino

Giovanni Paparcuri e’ stato a fianco del giudice Chinnici e ha reso piu’ volte testimonianza della sua esperienza con il magistrato. Il primo giorno di servizio, Giovanni accompagno’ Chinnici a liceo Umberto perche’ il giudice capi’, immediatamente, l’importanza di andare nelle scuole e parlare con i ragazzi.


Attualmente Paparcuri e’ il curatore del bunkerino di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in cui ammirare i documenti redatti dai due giudici e respirare l’aria della loro immensa umanita’ e anche l’ironia che c’era fra di loro: Borsellino e Falcone erano molto amici e spesso si facevano dei simpatici scherzi.


INTERVISTA A GIOVANNI PAPARCURI


Caro Giovanni, parlare con Lei e' davvero un onore, oltre che un piacere ... Lei e' la testimonianza vivente di qualcosa che rimarrà indelebile, avendo affiancato uomini che hanno fatto la storia. Ci puo' dire un ricordo riguardo al Giudice Chinnici?


Il consigliere Chinnici professionalmente non lo conoscevo, poi col passare del tempo ho scoperto che era un bravissimo magistrato. Ma ho avuto modo di conoscerlo un po’ di più dal lato umano, intanto sapeva benissimo che prima o poi la mafia l’avrebbe ucciso, ma la sua più forte preoccupazione era quella che non accadesse nulla ai suoi uomini della scorta, infatti giorni prima della strage ci riunì nella sua stanza e ci disse che la mafia stava preparando un attentato, ma ancora non si sapeva se era diretto alla sua persona, in ogni caso in quella riunione ci lasciò la facoltà se continuare a stare con lui, noi non siamo stati dei vigliacchi e non l’abbiamo lasciato solo.

Il consigliere tra l’altro è stato il primo magistrato in assoluto a capire l’importanza di andare nelle scuole a parlare con i ragazzi, difatti, ricordo che il mio primo giorno di servizio col consigliere fu quello di accompagnarlo non in ufficio, ma al liceo Umberto, quando arrivammo io non capivo che ci andava a fare un magistrato in un liceo, bene, sono sceso e vidi l’aula magna stracolma di studenti e il consigliere che parlava loro come se fossero tutti figli suoi.

Era un capo, a volte burbero, ma aveva un cuore grande così.

Non dimentichiamo che le prime indagini per il maxi processo li svolse lui fino al giorno della sua uccisione, l’idea del pool nacque anche da una sua intuizione, poi il suo successore, il consigliere Caponnetto lo formalizzo, anche l’idea delle indagini bancarie e patrimoniali era sua, poi dopo la sua morte il dr. Falcone la perfezionò. Insomma era un grande magistrato, ma purtroppo se ne parla poco.

Sappiamo, inoltre, che e' curatore del museo dedicato a Falcone e Borsellino ... Che cosa si può vedere al suo interno?


Intanto, non mi piace chiamarlo museo, perché sa di vecchio e polveroso, è il bunkerino: è nato così e continuo a chiamarlo in questa maniera. Purtroppo e, giustamente, quando si viene a Palermo, si va in via D’Amelio o in autostrada, a Capaci, ma quelli sono luoghi di morte, ci ricordano come sono stati trucidati i nostri giudici e i ragazzi che li proteggevano. Invece nel bunkerino, oltre a toccare con mano gli atti e i documenti lavorati dai giudici Falcone e Borsellino, si parla anche della loro umanità, gli scherzi che si facevano tra loro. Comunque non scordiamoci che in quelle stanze è nato il maxi processo. Si possono vedere le prime apparecchiature elettroniche servite per informatizzare il maxi processo, i microfilm, insomma in quelle stanze si è fatta la storia giudiziaria italiana, ed è giusto farlo conoscere a tutto il mondo.

Un messaggio per tutti i giovani che non hanno, a volte, speranza e coraggio nella vita ...


Che dire ai ragazzi, potrei dire tante cose, ma rischio di essere banale. Ma l’unica cosa che mi sento di dire è di essere se’ stessi, intanto raccomando sempre di non chiamare eroi questi magistrati, nel senso che se li chiamano eroi si fanno l’alibi che ciò che hanno fatto i nostri giudici, loro non lo possono fare, ma non è così, tutti possiamo fare qualcosa, e poi qualsiasi cosa faranno nella vita di metterci tanta passione altrimenti sarà un peso. Altro non posso dire, anche perché ai giovani le parole servono poco, per loro ci vogliono esempi e gli esempi si chiamano Chinnici, Livatino, Costa e tanti altri, e perché no? Mi ci metto anch’io.

Le foto utilizzate per questo articolo sono tratte dal profilo Facebook di Giovanni Paparcuri, che ovviamente, ha consentito all’utilizzo di queste.


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