Durante quest’anno, l’ensemble ha presentato al pubblico italiano l’ultimo album “Sambol – Amore Migrante” in oltre 20 club e teatri italiani, registrando ad ogni data il tutto esaurito e ricevendo lunghe standing ovation.
“Sambol – Amore Migrante” è un album strumentale (prodotto da Stefano Piro) composto da 9 rivisitazioni delle opere di Vladimir Sambol, compositore degli anni ’30 nato a Fiume ed emigrato in Svezia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il disco, registrato alle “Officine Meccaniche” di Milano e missato da Laurent Dupuy (vincitore di due Grammy Awards), nasce dall’incontro con la figlia di Sambol, Mirjam Sambol Aicardi, che rimane impressionata dai live dei Guappecarto’ e li invita a ripercorrere il repertorio del padre. Al suo interno sono presenti collaborazioni con Vincent Segal (violoncello), Daniele Sepe (sassofono), Marzouk Mejri (daf e tar) e di tanti altri musicisti di fama internazionale.
Carissimi, e' un piacere di cuore, potervi intervistare. Un quintetto strumentale alla conquista del mondo. Come nasce l'idea di fare musica strumentale e quali sono state le vs influenze?
Il piacere è tutto nostro. L'idea dello strumentale nasce dalla strada. Nel 2004 provavamo delle musiche, per musicare il film Uroboro di Madeleine Fisher. In questo progetto, c’eravamo noi e molti cantanti. Scegliemmo di comporre e provare per strada senza cantanti, fu durante quel periodo che capimmo la forza e l'universalità della musica strumentale. E così dopo il battesimo con Uroboro, decidemmo di intraprendere la strada della musica strumentale.
Le influenze sono tante ... Troppe. Inutile elencarle … Ma sicuramente la prima è stata Madeleine Fisher.
Pensate che il pubblico italiano sia stato magnanimo e abbia accolto la vs. musica?
Certo, è stato generoso. Molto. Abbiamo vissuto in Italia sempre momenti irripetibili e emozionanti.

Ho ascoltato "Sorgen", un brano che inizia lentamente e che piano piano esplode. Qual e' il significato di questo brano?
Non c'è un significato preciso dietro questo brano. Semplicemente ci siamo ispirati ad un brano di Vladimir Sambol, ma che aveva un colore più allegro e solare, e lo abbiamo completamente rivisitato, dandogli un colore più cupo. Credo che ognuno di noi intraprenda un viaggio interiore diverso durante la sua esecuzione. È un brano che ci piace molto, e ci piace molto suonare.
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