Il cantautore Marco Conte: "La canzone che piu' mi rappresenta? "Perfect" di Ed Sheeran | INTERVISTA
Questa volta, e' il turno del cantautore Marco Conte che ci racconta di quando e di come ha deciso che la musica sarebbe stato il suo lavoro, della canzone "Perfect" Ed Sheeran che - secondo il suo parere - ci fa sentire meglio: leggeri e spensierati. Inoltre, fra i suoi prossimi obiettivi, la stesura di suoi nuovi testi e melodie
INTERVISTA A MARCO CONTE
Ciao Marco, come ti sei avvicinato professionalmente, al mondo della musica?
La professionalizzazione di una passione è sempre un passaggio impercettibile e graduale. Ad un certo punto ti volti indietro, dai tutto per assodato ma in un certo senso non sai come ti ritrovi qui. Potrei risponderti in vari modi: forse da quando, stimolato dal mio vocal coach Antonio Marino, ho deciso di provarci sul serio. Forse quando, senza che lo chiedessi, i miei committenti mi offrivano un compenso per i miei lavori. Forse, in definitiva, quando io ho deciso di fare sul serio ed ho iniziato a chiamare lavoro quelle ore notturne rubate al sonno per comporre canzoni storte e che non funzionavano (in primis per me), quando mi imponevo di esercitarmi, studiare e mettere in fila due melodie anche nelle peggiori giornate no, quando mi "legavo" al piano e rispondevo "no" nella chat whatsapp degli amici del calcetto che uscivano il venerdì sera per l'aperitivo...
Se dovessi rappresentarti con una canzone, quale sceglieresti?
La canzone è Perfect, di Ed Sheeran. Credo che andrebbe ascoltata una volta al giorno. Credo che se tutti ce la dedicassimo ci sentiremmo meglio. E' una canzone che ci fa sentire meglio, leggeri, spensierati, giovani e noi stessi. Come songwriter ne traggo sempre spunto per scrivere con semplicità ed immediatezza, per essere me stesso quando compongo senza "ma" e senza maschere.
Adesso, qual e' il tuo prossimo obiettivo lavorativo?
Sto lavorando sulle melodie, per scarnificare, semplificare, rendere minimal ciò che compongo per essere diretto ed immediato in un mondo che corre e si digitalizza. Sto lavorando sui testi per essere visivo, rappresentativo e dannatamente quotidiano in una società che si dimentica cosa si prova ad accarezzarsi, a perdere tempo a guardare, a dimenticarsi l'agenda. Spero che questa musica mi faccia fare tanti incontri, mi metta in contatto con nuovi ascoltatori e con nuovi artisti a cui dare voce, di cui raccontare la storia.
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