Il “vero” Lucio Battisti raccontato nel libro di suo nipote Andrea | INTERVISTA
Andrea Barbacane, figlio di Albarita Battisti sorella del “Lucio nazionale”, ha scritto un libro dal titolo “Il grande inganno” (Quel gran genio di mio zio e tutto quello che non e’ mai stato detto su Lucio Battisti)
Un’opera dal testo scorrevole, piacevole e con immagini inedite.
Un Battisti descritto con un taglio familiare ed intimo. Oltre all’artista che tutti noi conosciamo, leggiamo un Lucio “uomo”, sensibile, ad attimi pensieroso e malinconico.
INTERVISTA AD ANDREA BARBACANE
Caro Andrea, ho letto con entusiasmo il Suo libro dedicato a Suo zio Lucio Battisti. Ovviamente, essendo una sua fan, non potevo farne a meno. Partendo dal titolo che a primo impatto colpisce molto: "Il grande inganno" (Quel gran genio di mio zio e tutto quello che non è mai stato detto su Lucio Battisti). è un titolo che, in qualche modo vuole accattivare i lettori, oppure si scorgono delle verità nascoste che non state volute raccontare prima?
Gentile Sara, ovviamente il titolo del libro tende ad accattivare il pubblico come giusto che sia per ogni scrittore, tuttavia all'interno dello stesso vengono portate alla luce aneddoti, storie, situazioni familiari e chiarimenti di vario genere tanto per citare due esempi semplici da comprendere: la leggenda del Battisti tifoso della Lazio, qualora non lo fosse, e la leggenda del Battisti fascista, nonostante fosse completamente disinteressato della politica. Non ci sono rivelazioni scandalistiche e qualora ce ne fossero state - e chissà forse ce ne sono - non le avrei mai portate alla luce per rispetto di mio zio prima e dell'artista dopo.
Grazia Letizia Veronese (moglie di Lucio Battisti) e Suo cugino Luca, sono a conoscenza dell'uscita di questo libro?
Presumo che ne siano a conoscenza, ma è un problema che non mi riguarda.
Nel libro, c'è un aspetto che mi ha colpito molto: Suo padre, incitava Lucio ad inserire la melodia nei brani, parla di un alone magico. Che cosa intende dire nello specifico?
L'episodio riportato nel libro nel quale ricordo mio padre esortare zio Lucio ad inserire nelle sue canzoni sempre la melodia non era volto a mettere in discussione la musica di zio poiché la melodia l'ha sempre posta in primo piano, soprattutto nel periodo legato a Mogol, bensì a continuare su quella strada che mio padre riteneva, essendo anch'egli un piccolo musicista, una condizione essenziale affinché la musica si fissasse nella mente degli ascoltatori, non perché zio Lucio avesse bisogno di questo consiglio (ripeto), era soltanto un sottolineare con forza un concetto musicale che mio padre riteneva imprescindibile e su questo io sono d'accordo con mio padre; quella melodia che in definitiva mancherà spesso nelle canzoni scritte con Panella, decretandone un parziale insuccesso di vendite.
Nel 1975, prima di Natale, ha avuto modo di ascoltare in anteprima le prime note di "Ancora tu". E' la Sua canzone preferita o ne ha un'altra, in caso l'avesse.
E’ una delle più belle anche se non è la mia preferita, ho scritto e detto ripetutamente che una delle più belle secondo me è "Prendila così", riconoscendo che forse la più bella in assoluto non esiste.
Sempre tratto dal libro, ci parla di nonna Dea, una donna pacifica e di aspetto sereno, da come descrive. Che cosa Le direbbe se potesse parlarle oggi?
"Nonna, meritavi un marito (mio nonno Alfiero) e un figlio più affettuosi e presenti".
E' stato "pesante" o tuttora lo è, essere il nipote di Lucio Battisti? Pensa che Suo zio, come autore, sia stato apprezzato realmente o è stato vittima di una società dura e selettiva?
No, non è stato pesante, è stato sempre un onore; se poi, per pesante, si intende che potevo aspirare ad una posizione sociale migliore questo può anche essere, ma certamente non può essere sbandierata come pretesa. Zio Lucio è stato apprezzato realmente da tutti, colleghi compresi che ne hanno sempre tratto ispirazione.
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