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Intervista ad Alessio Rupalti che ci presenta il suo cortometraggio “Coming Back” | NEWS

Alessio Rupalti è nato il 27 gennaio 1986 a Genova. Nella sua città natale realizza i primi cortometraggi nelle vesti di regista e vince il primo come “Giovane Talento Ligure”. Nel 2011 scrive e dirige, per una trasmissione Sky, il cortometraggio “Il Monumento” grazie al quale riceve una lettera di congratulazioni dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Intervista ad Alessio Rupalti che ci presenta il suo cortometraggio “Coming Back” | NEWS

Nello stesso anno, la sua passione per il Cinema lo conduce a Roma, dove lavora come segretario di edizione e assistente alla regia per Pupi Avati. Nella capitale torna dietro la macchina da presa con un nuovo cortometraggio “Cercavo qualcos’altro” grazie al quale riceve numerosi riconoscimenti a festival internazionali e le congratulazioni da Papa Francesco I.

In parallelo alla sua esperienza romana, dirige per diverse case di produzioni indipendenti: cortometraggi, spot pubblicitari e videoclip musicali su tutto il territorio nazionale.

Nel 2015 riceve il “Premio Italia Giovane” per l’impegno profuso nella regia e produzione cinematografica e, il “Premio Vincenzo Crocitti” come giovane regista emergente nell’anno seguente.

Nel 2018 si trasferisce a Londra alla ricerca di collaborazioni internazionali e, l’incontro con lo scrittore britannico Ivor Baddiel, dà vita alla sceneggiatura del suo primo cortometraggio in lingua inglese “Coming Back”, presentato in anteprima durante la XVII edizione di “Alice nella Città”, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma.


"Coming back": il cortometraggio di Alessio Rupalti


Il Regno Unito ha votato per uscire dall’Unione Europea e mentre euforia e incertezza si mescolano tra le persone, William decide di andare a casa dei suoi genitori, per discutere con il padre del risultato del referendum. Le visioni contrastanti dei due, riapriranno vecchie ferite mai guarite del tutto, dimostrando però che l'amore può nascondersi ovunque, anche dietro le scelte più inaspettate

Intervista ad Alessio Rupalti che ci presenta il suo cortometraggio “Coming Back” | NEWS

INTERVISTA AD ALESSIO RUPALDI


Caro Alessio, com'e. nata l'idea del tuo cortometraggio? Hai paura del parere del pubblico?

Ciao Sara, mi sono trasferito a Londra agli inizio del 2018. Gli effetti della Brexit cominciavano a farsi sentire e, per un europeo come me appena emigrato, iniziavano i primi ostacoli burocratici. La Brexit ha così attirato inevitabilmente sempre di più la mia attenzione. E mi sono chiesto più volte il perché di una decisione così drastica da parte del Regno Unito nei confronti dei loro “Vicini di casa”. Tutti quelli a cui chiedevo però non sapevano darmi delle spiegazioni che mi convincesse. Anzi ci fu qualcuno che mi lasciò sconcertato. In diversi infatti, sostenevano che la Brexit fosse l’unica cosa giusta da fare nonostante fossi a conoscenza che i genitori di queste persone fossero stati immigrati a loro volta. Ho percepito tanta confusione e incertezza intorno a me durante i primi mesi a Londra e mi resi conto che stavo vivendo sulla mia pelle, un evento che sarebbe entrato nella storia e volevo raccontarlo, a modo mio, e con i mezzi che avevo a disposizione. Ecco com’è nato il mio cortometraggio: Coming Back. Personalmente non mai avuto paura del parere del pubblico sono al contrario sempre molto curioso di conoscerlo. Se c’è qualcuno a cui non piace il mio stile sappiamo tutti che può scegliere tra altri migliaia di autori. Non ho mai avuto la pretesa di piacere a tutti ma faccio del mio meglio per non deludere chi è curioso di conoscere le mie storie. Inoltre credo che l’unica cosa di cui si dovrebbe aver paura, è la paura stessa di non provare e mi fossi fatto guidare da essa, probabilmente non starei percorrendo da più di 15 anni la mia strada artistica con destinazione: il Cinema. Far raccontare le proprie idee ad un padre ed un figlio: mettere a confronto due generazioni?

Quale modo migliore per far immedesimare uno spettatore? A tutti capita di doversi confrontare costantemente con una generazione diversa dalla propria che sia un padre, un nonno, un figlio, un nipote o magari anche un datore di lavoro. Ho sempre visto il confronto generazionale come un ottimo strumento di crescita e trovo sia uno dei modi migliore per conoscere un punto di vista diverso dal proprio. Spesso il confronto può anche diventare scontro ed è in quelle occasioni che si trova il coraggio di affrontare questioni personali rimaste in sospeso. Ecco, il mio cortometraggio va in questa direzione. La Brexit infatti è solo un contorno, un contesto storico, una scusa attraverso la quale i protagonisti di "Coming Back" mostrano si, le loro opposte visioni politiche, ma sopratutto dimostrano il loro differente modo di vivere le proprie emozioni. Eccoli i veri protagoniste del mio film: le Emozioni. Nello specifico, perché per il mio film ho scelto un padre e un figlio per raccontare il confronto generazionale? Bè mi sono voluto ispirare alla storia di un amico che, da più di vent’anni, vive una rapporto di assoluto silenzio con il padre senza ricordare quasi più la causa scatenante del loro litigio. Che cosa impareranno le persone dopo aver visionato il film? Conosceranno meglio il popolo inglese o se' stesse?

Ti racconto questo aneddoto. Il giorno che abbiamo finito il montaggio di “Coming Back” ho chiesto di rimanere da solo per riguardarmelo in assoluto silenzio e senza nessuna distrazione. Mi accorsi sin da subito di alcune imperfezioni perché un film non è mai come lo immagini mentre lo scrivi. Al contrario però la storia non smetteva di emozionarmi nonostante le decine e decine di visioni, una dietro l’altra, alla ricerca della perfezione tecnica. Ed è mentre guardavo “Coming Back" in loop, in quella sala di montaggio, immerso nel buio, che ho pensato: che soddisfazione sarebbe per me se, dopo aver visto questo mio breve film, a qualcuno venisse voglia di mandare un messaggio ad una persona che non sente da tanto tempo. Io ho sempre avuto la consapevolezza che il tempo a nostra disposizione non sia infinito e penso che rimpiangere qualcuno o qualcosa quando è troppo tardi, non sia quasi mai la scelta migliore. Quindi non credo ci sia qualcosa da imparare dal mio film ma mi piacerebbe che gli spettatori ne traessero spunti interessanti per delle riflessioni. “Coming back” è senz’altro un’occasione per un analisi su se stessi, a prescindere dal Paese di provenienza. Perché quando si parla di emozioni non esiste una nazionalità. Ovviamente permetterà anche agli spettatori di conoscere un pò il mondo britannico perché la storia è raccontata con tanti dettagli che lo richiamano, dalle location in cui si svolge la storia alla recitazione, dai dialoghi alla citazione del discorso tenuto da Nigel Farage (Noto politico, sostenitori della Brexit), ect ect. Quindi diciamo che questo cortometraggio può essere considerato un pò come una piccola finestra sul popolo Britannico visto attraverso i miei occhi. Link:


Trailer: https://youtu.be/XnCD9-3WMkc

Backstage: https://youtu.be/E5pAVkC3ExU

Intervista ad Alessio Rupalti: https://youtu.be/IAZ_G8bK1VI

Intervista a Karl Hughes (William): https://youtu.be/O-zGiEbdbK4

Intervista a Gillian Broderick (Sarah): https://youtu.be/rM68o_GqFgs

Intervista a Mark Lisseman (Henry): https://youtu.be/nH00Nz-KTYw

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