Intervista alla scrittrice Sonia Cardia: ci presenta il suo libro "Le 13 tele"
Aggiornamento: 31 ago 2021
Una madre non perde mai la speranza, nemmeno quando tutto sembra andarle contro.
Lucia Contini famosa ritrattista non smetterà mai di sperare e continuerà a cercare Nina, sua figlia scomparsa all’età di tre anni. La sua ossessione è tale da farle dipingere il volto di Nina in modo minuzioso e maniacale. Così Lucia crea un dipinto per ogni anno di quella figlia che non conosce più, ma nonostante ciò trasportata da una mano invisibile riesce a ricreare il volto di Nina anche negli anni della pubertà. A testimoniare il suo dolore, le lettere che Lucia dedica alla figlia. Racconti di vita: la loro, quella di una madre e una figlia separate da una terribile verità. Un romanzo con un grande messaggio d’amore e speranza.

INTERVISTA A SONIA CARDIA
Cara Sonia, parliamo del Suo romanzo "Le tredici tele". Un romanzo drammatico. Perché ambientare a Firenze la storia? In quanto, culla del rinascimento?
La protagonista del romanzo Lucia Contini è una ritrattista, da sempre appassionata d’arte e pittura, nonostante lei sia di origini sarde decide di trasferirsi a Firenze per studiare all’Istituto di Belle Arti. A tal proposito, cito una frase tratta dal libro dove la protagonista si imbatte nella bellezza di Firenze descrivendola così: […Restai a Firenze e la girai in lungo e in largo. Ne assaporai i suoi monumenti, le sue chiese, le sue opere d’arte. Firenze per me era un’opera d’arte! Ogni angolo di quella città profuma di cultura e tradizione. In quella che veniva definita la culla del Rinascimento passarono i più grandi nomi della pittura, della scultura e dell'architettura. Artisti del calibro di Giotto, Cimabue, Brunelleschi, Arnolfo, Donatello, Botticelli, Ghiberti, Massaccio, Beato Angelico, Verrocchio, Ghirlandaio, Andrea del Castagno, Lippi, Robbia e i grandi Michelangelo Buonarroti e Leonardo da Vinci. Poeti come Dante, Boccaccio, Villani, Gucciardini, Poliziano e Machiavelli. Una città con un’enorme personalità che non passerebbe inosservata neanche ad un osservatore distratto…]. Credo che Lucia stessa abbia risposto alla domanda…
La storia, quella della protagonista Lucia Contini, triste e piena di sfaccettature. Che cosa ci vuole dire Lucia con la sua storia?
Non definirei “Le tredici tele” come un romanzo triste, per quanto ci sia all’interno della narrazione una vicenda drammatica come quella della scomparsa di una figlia, emerge il coraggio, la passione, l’amore, la resilienza di una madre: è questo che Lucia vuole raccontare nella sua vicenda. Le emozioni che si provano leggendo le tredici tele, sono moltissime e ogni lettore ne saprà cogliere diverse e farle proprie.

La prima e l'ultima tela, dipinte da Lucia, hanno un significato particolare rispetto alle altre?
Sì, la prima tele rappresenta Nina, sua figlia a un anno, quindi un periodo della loro vita insieme, pieno di ricordi ed emozioni, mentre la tredicesima tela, ovvero l’ultima, rappresenta il volto di Nina a tredici anni. Ciò che rende particolare questo romanzo è proprio questo aspetto: Lucia riesce a dipingere il volto della figlia, anche negli anni in cui non l’ha conosciuta, come se una mano invisibile imprimesse sulla tela il volto di una figlia che non conosce più, ma che allo stesso tempo sente sempre più vicina. L’arte è stata la salvezza di Lucia che poteva arrendersi e invece ha deciso di non farlo.
Si ringrazia per la preziosa collaborazione Alessandra D'Alessandro
Link:
https://www.facebook.com/soniacardiawriter
https://www.instagram.com/sonia_cardia_officialpage/
