"L'abito per Berlino" di Annamaria Buroni: immagini forti che prendono spunto dal vissuto
Una storia che parla di un incontro intenso ed inatteso sullo sfondo di Berlino, città artistica ed innovativa. "L'abito per Berlino" racconta l'avventura di Sara e oggi Annamaria Buroni, l'autrice, ci racconta di più sul viaggio della protagonista.
Annamaria, come e dove nasce l'esigenza di scrivere questo libro?
Sono da sempre attratta da ogni forma che permetta di esprimere il proprio sentire. Come danzatrice di TeatroDanza, il movimento ha permesso al mio corpo di raccontare storie in continuo divenire. Come attrice, nella parola espressa vivo la potenza di quel muto dialogo che dal palco si connette all'energia del pubblico. Amo posare come modella in tematiche rivolte al femminile e nella fotografia che mi incanta e seduce per la sua immediatezza interpretativa ho trovato un'altra forma per raccontare le sensazioni dell'attimo. Nella poesia, che scandisce ogni momento del mio quotidiano, ho perlustrato il viaggio profondo alla conoscenza del se mi mancava la forma narrativa ed è per questo che ho deciso di tentare con questo racconto anche le forti immagini interiori che animate dalla fantasia prendessero spunto dal vissuto. Desidero ringraziare Paola Camiciottoli, amica e straordinaria fotografa per avermi donato la splendida foto di copertina, tratta da un intenso progetto fotografico in cui ho posato come modella contro la violenza di genere. Di Paola sono anche altre foto degli interni che aprono i capitoli di poesie. Ringrazio lo straordinario fotografo e amico Gianni Boradori per le altre splendide foto che arricchiscono gli interni del libro. Un sentito grazie al Giornalista Simone Fortuna che ha onorato questo mio lavoro con una prefazione attenta al mio sentire.

Puoi dirci di piu', relativamente al titolo "L'abito per Berlino"?
Il titolo è nato prima della storia, ed è stato il perno intorno al quale ho avvolto il mio racconto.
Ritengo che Berlino sia da molti anni una delle città dove il fermento artistico/creativo d'innovazione sia in continua evoluzione e pur non conoscendola (purtroppo non l'ho mai visitata!) ho ritenuto fosse il luogo ideale dove ambientare la storia che comunque parte e arriva nella nostra straordinaria Firenze.
La collocazione temporale è attuale e si dipana nell'arco di due giornate che porteranno “Sara”, la protagonista, ad intraprendere un viaggio in una Berlino a lei sconosciuta, dove l'incontro che con tanta determinazione intende affrontare, diverrà quasi secondario difronte all'importanza delle emozioni, completamente opposte tra loro, che si affolleranno intorno a lei in quelle poche ore.
L'incontro agognato è un incontro più verso un grande talento “artistico” (qualità che da sempre la seduce) più che verso l'involucro umano che lo ospita ( un giovane, straordinario violinista verso il quale nutre un sentimento indefinito e conflittuale).
Un viaggio dove una conoscenza del tutto inattesa, con un personaggio affascinante quanto surreale, intenso quanto spiazzante trasformerà la meta in un percorso intimo che diverrà consapevolezza/catarsi del sé.
Per un'occasione importante si pone “cura” e attenzione nella ricerca di un abito “adeguato” e questo è ciò che farà Sara, scegliendo per Berlino, l'abito in grado di far comprendere le sue emozioni, sondare le sue fragilità, onorare un incontro che si rivelerà specchio di una verità da sempre conosciuta.

A chi e' indirizzato il tuo testo? Ad un pubblico particolare?
Non credo che si possa scrivere pensando che ciò che stai narrando sia adatto ad un particolare pubblico, o sesso.
Io non lo penso mai, sarebbe una scelta che toglierebbe la spontaneità con cui intraprendo tutte le mie azioni.
Ci sono storie come “L'Abito per Berlino” colme di spirito ma anche di corpo, crude e taglienti quando non occorre, anzi non si deve, edulcorare e situazioni naturalmente intriganti dove il desiderio ardente non brucia mai l'eleganza della parola neanche nella minuziosa descrizione dei momenti più intimi.
Ci sono donne che si chiudono a qualsiasi forma di emotività e uomini incredibilmente aperti a quell'interezza del mondo femminile da comprenderne corpo-mente-animo.
“L'Abito per Berlino” vorrei dedicarlo a chiunque non tema di far luce sulle proprie emozioni e in particolare a chi tenta di far passare quella luce attraverso le ferite che disegnano corpi e animi.
