L’autore televisivo e scrittore Edmondo Conti: “Vorrei una tv che coccoli la famiglia” | INTERVISTA
Edmondo Conti, autore televisivo d’eccezione, ha firmato programmi come “Buona Domenica”, “Sandra e Raimondo supershow “, “La prova del cuoco” e in qualita’ di produttore esecutivo “Caduta libera”, “The wall”, “Detto fatto”, ci racconta della sua passione per la tv fin da bambino seguendo i quiz di Mike Bongiorno, del mestiere dell’autore interessante, creativo ma decisamente difficile. Ed infine, dell’uscita del suo terzo libro dedicato ai 40 anni di Canale 5.
INTERVISTA A EDMONDO CONTI
Caro Edmondo Conti, grazie per averci concesso questa intervista. E' sempre un piacere ed un onore avere come ospite nelle nostre pagine un autore ed un produttore che ha firmato i programmi piu’ importanti della attuale televisione. Pur essendo giovane lei ha già un invidiabile curriculum. Ci puo’ spiegare quando e come si decide di approcciare a questa professione? E si ricorda dove, come e quando è avvenuto il suo debutto?
Anzitutto la ringrazio per lo spazio che mi concede. Quando e come si decide di lavorare in televisione varia da persona a persona. Nel mio caso, credo di averlo sempre desiderato sin da quando ero un bambino che non perdeva un quiz di Mike al giovedì sera, prima su Raiuno e poi su Canale 5, e nemmeno un varietà di Sandra e Raimondo, di Raffaella Carrà o di Johnny Dorelli. Ho capito che il ruolo di spettatore davanti allo schermo mi stava stretto, quando ho iniziato a frequentare gli studi televisivi come pubblico: non potrò mai dimenticare il 3 gennaio del 1984. Avevo 13 anni, Raiuno compiva 30 anni, Italia Uno festeggiava i 2 anni, e io entravo per la prima volta in uno studio tv. Era lo studio 3 della Dear (all’epoca occupata da Fininvest) e il programma era IL PRANZO E’ SERVITO condotto da Corrado. Quando sono entrato e ho sentito quel profumo tipico di studio televisivo, ho capito che non ne avrei più potuto fare a meno.
Sul COME, è stata dura. Ero solo un ragazzino e dovevo aspettare di laurearmi in Giurisprudenza. Subito dopo ho frequentato un master, due stage e finalmente nel 1998, dopo aver scritto idee di programmi, ho incontrato chi ha creduto in me, Stefano Magnaghi (capostruttura Mediaset e poi Direttore di Italia Uno) e mi ha consentito di fare il collaboratore ai testi di BUONA DOMENICA.
Fare l’autore televisivo non deve essere assolutamente facile. Avere a che fare con artisti, conduttori, registi, dati d’ascolto deve essere molto stressante senza contare la pressione che ha un autore con l’obbligo professionale della fase creativo/ideativa. E’ più difficile scrivere un programma o gestire le bizze di un conduttore o un artista? Per esempio com’è stato lavorare a fianco di Maurizio Costanzo?
Fare l’autore televisivo non è facile, se si fa in maniera professionale, scrivendo per davvero e ideando contenuti originali. Ma oggi capita sempre più spesso di incontrare persone che fanno gli autori ma non hanno la sensibilità artistica che solo in pochi possono avere. Io da parte mia, sono cresciuto in un ambiente protetto e circondato da immensi professionisti. Era la BUONA DOMENICA di Costanzo del 1998-2000 e ho avuto la fortuna di imparare da persone eccezionali come Alberto Tovaglia, Walter Corda, Massimo Dorati, Salvatore De Pasquale, Piero Ameli: da ognuno di loro ho imparato qualcosa. Da subito ho capito che l’aspetto più difficile è la gestione delle esigenze del conduttore, ma questo era un ruolo che in quel caso svolgevano gli autori “senior”. Io mi occupavo inizialmente dello studio degli ascolti, offrendo a Costanzo delle curve dettagliatissime che gli fornivano settimanalmente l’andamento del gradimento del pubblico per ciascun momento delle 6 ore e mezza di diretta. Lui era entusiasta dei miei report e il lunedì mattina attendeva con trepidazione la mia telefonata alle 9.55 per gli ascolti della sua BUONA DOMENICA. Comunicare quasi ogni settimana dati di oltre il 25% con 4 milioni di telespettatori e la vittoria su DOMENICA IN, era una scarica di adrenalina indescrivibile. Affiancare poi Alberto e Walter nei giochi in studio e Massimo, Piero e Salvatore nelle parti di spettacolo e musicali è stata poi la vera grande conquista. Lì mi resi conto che stavo iniziando a lavorare in TV.


Come autore Lei ha firmato programmi televisivi come “Buona Domenica”, “ Sandra e Raimondo supershow “, “La prova del cuoco “ e poi come produttore esecutivo “ Caduta libera “, “ The wall”, “Detto fatto “. Come funziona esattamente il vostro lavoro, vi chiudete in una stanza fino a quando non partorite un’idea oppure è un continuo brainstorming che coinvolge anche conduzione, regia, produzione ? E, domanda spinosa, le è mai capitato di lavorare su un’idea, su un progetto e vedersela soffiare sotto il naso?
Per ogni programma il lavoro è differente, a seconda che si tratti di un game o di uno show, ma se c’è una cosa che accomuna tutte le tipologie è il lavoro di squadra. Un programma riesce bene non solo quando si ha una buona idea, ma quando insieme a tutti i professionisti di ogni settore, si riesce a mettere in scena nel migliore dei modi. Parlo della regia, della grafica, della scena, dei costumi, delle luci, ecc. Poi è fondamentale l’apporto della redazione e del gruppo produttivo. Fare il produttore prima e il curatore dopo (in Endemol si chiama Content Supervisor) è il ruolo che mi permette di tenere collegate tutte le parti di cui si compone un programma televisivo. Mi faccia aggiungere che fu per me un onore, durante i miei 7 anni alla Direzione di Canale 5, creare dal nulla, ideare e realizzare, l’ultimo show in studio della coppia più straordinaria della televisione italiana, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. SANDRA E RAIMONDO SUPERSHOW, prodotto da Gigliola Barbieri, braccio destro di Enzo Tortora e produttrice di tante pagine di bella TV, con 13 puntate nell’estate del 2004, fu il punto più glorioso del mio percorso televisivo. Non mi è mai capitato che mi sfilassero un’idea da sotto il naso, ma mi è capitato più volte che una rete non abbia creduto fino in fondo a una mia idea. Mi è successo con CENTOXCENTO, game show sui sondaggi che ho ideato e che è andato in onda su Italia Uno in access prime time con Enrico Papi nel 2010. Solo 60 puntate, solo due mesi di messa in onda: troppo poco per fidelizzare il pubblico. Eppure arrivammo al 7% contro SOLITI IGNOTI e STRISCIA, che all’epoca erano ancora più forti di adesso. Ma l’ho riscritto ed è ancora più divertente. Spero che qualcuno prima o poi torni a crederci. Così come attendo di proporre una nuovissima versione di un quiz famosissimo e una gara musicale davvero innovativa. Speriamo…
“Tutta colpa di Mike “ e “ Una tv tutta d’oro “ sono due dei suoi libri che raccontano dei momenti d’oro della televisione e aimè di una televisione che non c’è più. Cosa consiglierebbe ad un giovane che decidesse di approcciare oggi al lavoro di autore?
I miei due libri a cui se ne è aggiunto un terzo, in attesa di pubblicazione e dedicato ai 40 anni di Canale 5, servono a far capire quanta bella tv si è fatta e quanta se ne può fare ancora: in Italia ad esempio non c’è più la cultura del game show: ce ne sono troppo pochi. 2 su Raiuno, appena uno su Canale 5 e uno su TV8. In qualsiasi altra nazione ce ne sono come minimo il triplo. E’ bello giocare con la musica, con i sondaggi, con la cultura, con le parole, con le affinità caratteriali. Ma soprattutto è bello giocare con i grandi classici. E pensare che LA RUOTA DELLA FORTUNA, ad esempio, continua ad andare in onda con grande successo negli Stati Uniti in preserale e in Spagna nella fascia di mezzogiorno. Basta saperla rendere moderna e adatta alla tv di oggi. E questo è solo un esempio, ma ce ne sono tantissimi altri. Provate a cercare su YouTube e capirete. A un giovane che è davvero convinto di amare la tv, consiglio di prepararsi seriamente prima di affrontare un colloquio e di avere delle idee. Questo è ciò che fa la differenza con chi scambia il lavoro in tv come una cosa tra tante da provare.

Concludendo e ringraziandola nuovamente per il tempo che ci ha dedicato c’è un sogno nel cassetto, qualche cosa che vorrebbe realizzare?
Sogni nel cassetto ne ho tanti, ma su tutti ce n’è uno. Vorrei dare il mio contributo a una grande rete televisiva, affinché “coccoli” tutta la famiglia con una programmazione cinematografica pensata a cicli dedicati a grandi registi e a grandi star, con serie televisive, con game show e con spettacoli musicali e comici. Evviva la bella TV!
