La cultura è libera? | Editoriale a cura di Mario Mattia Giorgetti
Alcuni nostri Lettori ci pongono questa domanda: “La cultura in Italia è libera?”
Vediamo. La cultura in Italia, principalmente, è finanziata dagli enti pubblici, e quindi, bene o male, abbiamo una cultura pilotata, cioè rispettosa al servizio di chi detiene il potere.
Come è noto, gli organismi di produzione teatrali partecipanti ai finanziamenti devono rispondere a certi canoni dettati dalle normative o dal Ministero dello Spettacolo, o dall’Assessorato alla Cultura di Regioni, o a quello dei Comuni.
Allora, dove sta la libertà della cultura?
Esiste o non esiste? Quella che è stata offerta ieri e oggi è sempre stata una cultura condizionata. Quindi non libera. Solo pochi “cani sciolti” fanno una cultura libera. Ma non fanno opinione.
E se invece, - sostengono i nostri Lettori- si arrivasse a renderla libera, dove ogni soggetto privato può investire democraticamente sulle proprie necessità culturali, come succede in America?
Infatti, la cultura in America è sostenuta dal pubblico direttamente o attraverso associazioni o fondazioni, ma sempre soggetti privati, e quindi riflettenti di un volere del singolo cittadino. Non esistono finanziamenti statali.
Se la cultura diventasse- chiedono i Lettori- sostanzialmente libera, allora chi crea, cioè i drammaturghi opererebbero incondizionati, proponendo tematiche che ogni singolo privato sceglierà.
Con questo, i nostri Lettori vogliamo invitare il pubblico a investire in una cultura libera, evitando di dare direttive ad altri soggetti di manipolare la cultura.
Certo: con questo nuovo sistema, avremmo un pullulare di iniziative, svincolate da normative limitanti, mirate ad argomenti liberi, dove ciascuna compagnia potrebbe individuare il suo pubblico che la sosterrà.
Tutto ciò, invece, non avviene, poiché il “sistema cultura” è dominato dal potere pubblico, che sostiene solo coloro che accettano le regole imposte.
Esempi: voi pensate che una compagnia di solo gay che propone tematiche alla loro natura potrebbe essere finanziata?
Voi pensate che una compagnia di migranti potrebbe avere contributi pubblici?
Se ci pensiamo, sono tanti i temi che vengono elusi perché non graditi al potere politico.
Il nostro invito, per rispondere ai nostri Lettori, è solo questo: riflettiamo, tutti, sopra alla necessità di una cultura libera. Per una Società migliore.
