La scrittrice Daniela Merola: “La giusta via” ci permette di sopportare le sconfitte | INTERVISTA
Il secondo e intenso romanzo di Daniela Merola “La giusta via” ci conduce per i sentieri impervi di un’anima inquieta che costruisce sul suo dolore infantile, per la prematura perdita del padre, un sacrario presso il quale rifugiarsi ogni qual volta la vita le chiede di confrontarsi con se stessa: lo spazio bianco, luogo immaginario in cui gli opposti di vita e morte trovano la loro coincidenza. Madame Margherita Sossio, protagonista della storia, intraprende un affannoso, frastagliato ed estenuante viaggio interiore, al fine di ritrovare il suo sé contraddittorio, smarrito e dimidiato quando è al di fuori di quello spazio bianco.

TRE CITTA' PROTAGONISTE
Sullo sfondo di tre città di storia e di arte, Napoli, Roma e Parigi, si muovono insieme a lei alcuni personaggi dai tratti ben definiti che per motivi differenti ne subiscono il fascino e altri dai contorni sfumati che sembrano vivere in un nebuloso mondo parallelo.
Donna di carattere, colta e in carriera, viaggiatrice instancabile, amante del suo lavoro in qualità di esperta nelle valutazioni d’arte, Margherita sembra che non si lasci facilmente plasmare o irretire da niente e da nessuno.

INTERVISTA A DANIELA MEROLA
Cara Daniela, e' sempre un piacere averti fra i miei intervistati. E' uscito il tuo secondo romanzo dal titolo "La Giusta via". Esiste una via per essere felici, una via che ci dà serenità'? Oppure una via per imparare a sopportare le delusioni e capire le sconfitte?
Grazie per avermi ospitata ancora Sara. E’ un grande piacere anche per me. “La giusta via” è la storia di una mancanza, di un trauma, di una felicità perduta, è un doppio binario di un dentro e fuori che porta la protagonista in uno spazio bianco dove vita e morte coincidono e dove i confini mentali tra realtà e sogno si fondono brutalmente fino a estreme conseguenze. Credo che debba esisterci una via dove sentirci felici, bisogna scavarla nel buio quotidiano delle meschinità umane. Come dici tu una “giusta via”che ci permetta di sopportare le sconfitte. Ci vuole coraggio. E la mia protagonista Margherita ha il coraggio di cercare, di incamminarsi verso mete pericolose e solitarie.
L'amore può essere talvolta nocivo. La protagonista di questa storia, rappresenta in un qualche modo l'universo femminile? In che cosa somiglia alla donna di oggi?
Sì, l’amore può essere un veleno. E lo è per Margherita Sossio e per il marito Augusto Francipane che vivono un amore tossico e possessivo, morboso e alienante. Questo protagonista maschile rappresenta la cattiva educazione sentimentale di alcuni uomini di oggi. Anche nei suoi riguardi Margherita cercherà “la giusta via” per ammortizzarlo. Certo, lei rappresenta le fragilità di tutto l’universo femminile, di tutte quelle donne che si sganciano dalla disperazione e cercano di volare.
Che cosa consiglieresti in generale alle donne di oggi? Oltre a leggere il tuo romanzo? Un invito rivolto a tutti.
Che bella domanda Sara. Io posso consigliare, lo faccio in primis con me, di non buttarsi via, di scoprire la forza che hanno dentro, di non perdere lucidità perché è facile farsi offuscare dal dolore, dalle delusioni, farsi corrodere l’anima dal male interiore. Questi i consigli che posso dare. Invito tutti a leggere “la giusta via”, acquistabile online su tutti gli store, ordinabile in tutte le librerie d’Italia, oppure volendo a chiedermene una copia in privato. Chiudo con una citazione: “Non c’è presa di consapevolezza senza dolore. Le persone sono in grado di fare qualsiasi cosa, per quanto assurda, pur di evitare di affrontare la propria anima. Nessuno si illumina fantasticando su figure lucenti, ma prendendo coscienza della propria oscurità” Carl Jung.
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