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Mio nonno Gino Bartali: Un campione e un eroe rimasto Uomo


 Mio nonno Gino Bartali: Un campione e un eroe rimasto Uomo
Mio nonno Gino Bartali: Un campione e un eroe rimasto Uomo

La mia memoria di bambina, negli anni mi ha fatto ripercorrere il personaggio Gino Bartali, l’intramontabile, il campione della bicicletta. Di lui ho scoperto, la sua umanità semplice nel prodigarsi per gli altri, anche a costo della propria vita, perseguendo il bene. Un uomo definito burbero, ma un uomo vero che, detestava qualunque forma di ingiustizia. Uno sportivo onesto e una persona generosa, che ha fatto parlare di sé per quel “ bene che si fa ma che non si dice”. Tante sono state le interviste che ha rilasciato e tanti hanno scritto di lui. Oggi, telefonicamente incontro la nipote di Gino, Lisa Bartali, a cui vanno i miei ringraziamenti per il tempo concessomi e con la quale si è provato a delineare qualche altro particolare. D. Lisa, quali ricordi hai di tuo nonno Gino? R. Nonno Gino, l'ho vissuto fino alla mia adolescenza, quindi fino ai 15 anni. Perché ho avuto la fortuna di abitare nella stessa casa di Piazza card. Elia dalla Costa ( a Firenze) . Una casa che, lui stesso costruì con la vittoria del 1° Giro d'Italia vinto nel 36 ( per la cronaca fu il 1° di 3 giri vinti) . Quindi sia mia sorella che io, andavamo spesso in casa sua, una casa ricca di premi, trofei e ricordi; mi sovviene soprattutto della mansarda, un luogo per me magico, con tutti i suoi cimeli. Quando non si trovava impegnato in telecronache sportive sia in Italia che all’estero, ( come in America o in Messico), noi andavamo a portargli i nostri disegni e con lui si guardava il Giro d'Italia. Da piccola notavo la differenza tra mio nonno materno e il nonno Gino che, era molto più indaffarato, tra i giornalisti o quando si trovava in giro per il Mondo. Per me era un nonno un po’ normale e un po' speciale: il suo essere speciale lo avevo intuito da bambina perché notavo in lui qualcosa di particolare per il mondo pubblico che aveva attorno a sé


Caratterialmente, anche con noi nipoti era schietto e diretto come faceva con tutti, ma nello stesso tempo era molto affettuoso e buono. Aveva sempre un pensiero e un saluto dolce per noi, dovunque si trovasse.

 Mio nonno Gino Bartali: Un campione e un eroe rimasto Uomo
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D. Nel 2013 Gino fu proclamato “Giusto tra le Nazioni”. Del bene che fece non ne parlò mai. Quindi come l'avrebbe accolto questo riconoscimento e come lo avete accolto voi? R. Noi siamo stati orgogliosi di questa onorificenza, per ciò che ha fatto sia a livello di imprese sportive, che soprattutto come uomo. Però lui, secondo me, avrebbe dato un peso diverso, l’avrebbe vissuta in modo più blando. Avrebbe accettato questo riconoscimento, ma senza farne mostra, non avrebbe voluto cerimonie o monumenti, perché non ha mai voluto palesare il bene che faceva. Infatti era solito dire che: Il bene si fa ma non si dice e certe medaglie vanno appese all’anima e non alla giacca. Ciò che ha fatto, è stato solo per amore del bene verso chiunque, mettendosi al servizio dell’umanità, salvando vite sia a livello morale che economico, come ad esempio, aiutando collegi o enti. D. Secondo te, cosa avrebbe detto tuo nonno sui tempi che stiamo vivendo? R. Sicuramente il nonno, aveva fatto una scelta importante nel fare il bene sempre. Lo fece in quel duro periodo della Seconda Guerra Mondiale, con la scelta di stare dalla parte del bene. Per far questo, ci vuole coraggio, portando avanti con fede le proprie azioni. Pur non vivendo oggi situazioni di guerra nel nostro Paese, esistono guerre e situazioni di violenza in altri Paesi. Molti sono ancora i popoli oppressi. A tal proposito, secondo me, mio nonno, proprio per le azioni che ha fatto, è un personaggio attuale e contemporaneo, che può fornire ancora il messaggio di stare dalla parte del bene, operando per esso e proteggendo i più deboli, aiutandoli senza distinzioni etniche o sociali. Ma solo per il bene di farlo, proprio come lui fece!


Credo che lui sia una figura da prendere come esempio e intorno a tutte queste sofferenze che ci sono, direbbe che c'è ancora tanto da fare e da imparare.

 Mio nonno Gino Bartali: Un campione e un eroe rimasto Uomo
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D. Per la maturità del 2019, c'è stata una traccia dedicata a Gino Bartali. Molti non l’hanno svolta, perché non conoscevano la sua storia. In merito a ciò, cosa pensi del fatto che la Scuola non dia tanto spazio ad un personaggio contemporaneo come Bartali? R. Secondo me, i Programmi Scolastici andrebbero rivisti, molti personaggi come mio nonno, sono stati dei grandi italiani. Si dà importanza a personaggi storici, come il Manzoni, indubbiamente valido ma si trascurano personaggi tanto vicini a noi, per la loro vita e contemporaneità, che tanto potrebbero darci. Senza dubbio, mi fa piacere che a mio nonno sia stato dedicato un tema. Questo significa che è una figura che può essere studiata, che la sua vita può suscitare interesse. Quindi, anche attraverso dei progetti paralleli, effettuati da insegnanti appassionati di ciò, si potrebbe dare vita ad un giusto inserimento nei programmi della Scuola, di questi personaggi del ‘900 italiano. A tal proposito, sto notando che, sempre più Gino Bartali si sta inserendo nelle scuole. Molti Istituti, mi stanno contattando per fare dei progetti o delle conferenze sul nonno e non solo come esempio sportivo, ma anche a livello umano. In tale contesto, certamente la fiction che anni fa ha trasmesso la Rai e che ancora trasmette, ha contribuito nel farlo conoscere, ma con l'esame di maturità e un tema a lui dedicato, siamo andati oltre ad una fiction. Questo mi fa piacere, per me è importante che la vita e il messaggio di Gino Bartali entrino nel mondo della Scuola. D. In quest'ultima domanda, vorrei chiederti quali iniziative e progetti stai conducendo per mantenere viva la memoria di Gino Bartali? R. Nel 2017 ho aperto un blog, dedicato alla bicicletta con una sezione rivolta a mio nonno. Si tratta del blog: www.biciclettami.it. Ho deciso di aprirlo per passione e questo blog mi ha avvicinato a tante persone. Infatti, nella sezione dedicata al nonno, ho raccolto non soltanto foto, ma ho intervistato persone che lo hanno conosciuto. Sono riuscita anche, ad intervistare perfino dei gregari che facevano parte della sua squadra. Ho raccolto le testimonianze del mio babbo (Luigi Bartali) e dei miei familiari. Tutto ciò lo trasmetto ai ragazzi, perché internet è uno strumento potentissimo. Per cui, invece di scrivere un libro ( ne sono stati pubblicati un centinaio su mio nonno), attraverso i miei articoli, gli aneddoti e i ricordi di chi lo ha conosciuto, trasmetto la sua memoria storica ricca di valori, come la lealtà e l’umiltà. Nel tempo tante sono state le cose fatte su Gino Bartali: dai dibattiti agli spettacoli teatrali. Inoltre a Castel Fiorentino gli è stato intitolato un parco con un mezzo busto al led che si illumina, recante un’incisione tratta dalla canzone di Paolo Conte : “ Quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri come un italiano in gita ". E poi, gli sono state intitolate Scuole e Istituti Comprensivi. Per cui, ciò che faccio è per mantenere viva la sua memoria. Difatti, in famiglia si starebbe anche valutando il progetto, di creare un’associazione nostra, uniti nel portare avanti la memoria di un uomo, oltre che sportivo e di farlo conoscere ai ragazzi che non lo hanno conosciuto. Dopotutto, ritengo che, la memoria non è un cimelio da osservare dentro un Museo, bensì qualcosa da far vivere e da raccontare trasmettendola!


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