Ospite l'autore Pietro Pancamo che ci presenta il suo libro "Senza tema" | INTERVISTA
Salve Pietro, quando e come hai iniziato a scrivere poesie?
Ho iniziato a scrivere sotto l’influsso delle mie letture; confesso che prediligevo la narrativa. Non a caso, da giovane, ho preso ben presto a buttar giù (per gioco, vale a dire per propensione naturale) una serie di piccole novelle. E dato che queste ultime si prefiggevano l’obiettivo di lavorare intensamente sul linguaggio, così da riecheggiare la prosa lirica dell’ultimo Pirandello, ecco che intorno ai vent’anni si è originato spontaneo, in me, il passaggio alla poesia. Ricordo che si trattò di una fase molto creativa: il mio cervello sfornava versi in continuazione, ad ogni ora, senza che io minimamente li cercassi o “propiziassi”. Adesso comunque, dopo un periodo piuttosto lungo durante il quale mi son dedicato quasi esclusivamente alla stesura di versi e liriche, ho ricominciato a scrivere racconti, badando scrupolosamente a permearli tutti di una spiccata ironia (dal momento che la realtà attuale e la razza umana in genere mi convincono decisamente poco).
Parlaci di “Senza tema”, che cosa leggeremo?
Per “ribellarmi” alla moda delle antologie a tema – e consapevole che infrangere le consuetudini, specie se consolidate, è sempre un atto di coraggio – ho da poco curato e dato alle stampe per l’appunto “Senza tema! Poesie coraggiosamente atematiche”, un volume collettaneo uscito per i tipi delle Edizioni Simple di Macerata e nel quale a ciascun autore ho lasciato completa libertà di scegliere autonomamente la materia da trattare; ne è nata un’opera corale in cui tutti, svincolati com’erano da forzature di sorta, hanno avuto una preziosa opportunità d’esprimersi al meglio.
Ecco qui di seguito alcuni estratti dai commenti critici che, all’interno del libro, ho dedicato ai quattro autori antologizzati: Kikai, Angela Lombardozzi, Tommaso Meldolesi e Fabio Sebastiani.
“Secondo lo storico della musica Massimo Mila, il sentimento predominante, nei brani di Mozart, è una sorta di benefico sorriso fra le lacrime. Io credo di poter dire lo stesso per i versi della brava Kikai.
[…] Le liriche di Angela Lombardozzi s’improntano invece ad un serrato flusso di coscienza, magistralmente concepito per rispecchiare la concitata e penosa assenza di senso, dalla quale l’esistenza quotidiana di noi uomini è ahimè afflitta.
[…] E se le poesie di Tommaso Meldolesi prendono le mosse da una tenera o meglio sognante rassegnazione che, pur attraversata sempre da una favilla di speranza, piega spesso il ginocchio dinanzi alle (s)torture dell’esistenza, Fabio Sebastiani, in una continua e ica(u)stica dissolvenza incrociata d’immagini che sfumano rapide l’una nell’altra, ci svela impietoso le piccole miserie del grigiore quotidiano, presentandole come un rito scaramantico a cui noi esseri umani, in nome di una vita completamente ottusa e quindi molto più comoda, ci siamo autoaddestrati e autoaddomesticati con tenacia imperterrita”.
Progetti per il futuro?
Attualmente sto organizzando una presentazione di “Senza tema!”; si tratta di un evento che avrà luogo in novembre, durante il Festival “BookCity” di Milano, e che potrà contare sulla partecipazione di Maria Cristina Giongo, articolista di “Avvenire” e del “Quotidiano Nazionale”. Detto questo, io ti ringrazio molto per l’intervista, cara Sara, e ti faccio i miei migliori auguri per il futuro del tuo bel blog!
Link e/o collegamenti:
https://www.facebook.com/pietro.pancamo
https://www.instagram.com/pietropancamoscrittore/
Si ringrazia per la consueta e preziosa collaborazione l'addetta stampa Simona Mirabello
