Simone Sabani vince il “Premio Vincenzo Crocitti international”: “Si, somiglio a mio padre ..."
Intervista a Simone Sabani, figlio d’arte che, ha recentemente ricevuto il “Premio Vincenzo Crocitti international”. Ci ha raccontato che assomiglia a suo padre Gigi nei gesti, nella voce e nei tempi. Simone stava per entrare a far parte della “Polizia di Stato” ma il destino, in qualche modo, ha giocato un’altra partita che l’ha portato a calcare il palcoscenico. Nuovi progetti? Un cortometraggio e un ormat televisivo di cui ci parlera’ piu’ avanti.
INTERVISTA A SIMONE SABANI
Caro Simone, La ringrazio infinitamente per la disponibilità dimostrata. Nelle mie interviste, cerco - per quanto mi e' possibile - di mettere in luce artisticamente il professionista che dialoga con me e che ripone nella mia persona la sua fiducia. Immancabile un ricordo dedicato a Suo padre Gigi: cabarettista, imitatore e presentatore. Quanto si e' affidato a lui nella Sua arte? In cosa si assomiglia e in che cosa Le piacerebbe assomigliare?
È un piacere, sono io che ringrazio, molto spesso si pensa sia tutto dato per scontato in questo ambiente, anche l’interesse che un giornalista può dedicarci durante un’intervista o un fotografo che ad una prima scatta delle foto, è merce di scambio, sono professionisti che si incontrano sul campo ed è rispetto reciproco, due facce della stessa medaglia.
Mio padre è stato un personaggio televisivo e negli anni, nella sua assenza, ho imparato a conoscerlo in maniera approfondita, grazie all’affetto del suo pubblico e grazie a tutti i piccoli aneddoti che mi ricordavano sempre di piu l’uomo e non l’artista.
Mi sono affidato sin da quando gli dissi, un giorno in macchina “papà, mi sono iscritto in accademia”, per lui non fu un attimo di gioia, conosceva il mio essere poco arrampicatore, sapeva quanto fossi uno che non bussa alle porte, che non chiede, che non sfrutta un cognome ritenendolo tale, sapeva che non sarebbe stato facile e mi disse soltanto “Simò, credi nella gavetta è importante, piccoli passi, passi artistici, piccoli applausi, non bruciare le tappe, fatti amare dalle persone per quello che sei ancor prima di quello che puoi offrire a livello artistico e un domani, se la ruota girerà, arriverà il successo e i grandi applausi”.
Somiglio a lui nella gestualità, nella voce, nei tempi, lui sorrideva molto di piu’ fra la gente ma io sono figlio della tecnologia e ho imparato a mascherare sensazioni dietro una emoticon, cosa che non riesco a fare nella realtà della vita di tutti i giorni, non ho filtri e proprio come lui mi si legge in faccia ogni stato d’animo.

Quando e come ha deciso di intraprendere la Sua carriera di attore? Ci sono novita' professionali che puo' anticiparci?
Il mio inizio fu strano, stavo per entrare nelle forze dell’ordine, passione per la divisa che ancora oggi porto nel cuore, poi, visto il mio passato di obesità grave, migrai la mia scelta improvvisamente verso lo spettacolo, il mettermi in mostra, cosa impensabile, io che per carattere e problematica mi ero sempre sentito a mio agio nell’essere invisibile, affascinato da eroi invisibili, comodo nel relazionarmi con le persone normali, stavo correndo a perdi fiato verso una scelta di vita che sapevo sarebbe stata una violenza psicologica e fisica ma che, tralasciando il fattore lavorativo, ero convinto mi avrebbe aiutato a crescere, a far riuscire Simone, facendomi rinascere per come fossi realmente, nel bene e nel male.
Le prime esperienze in classe furono devastanti, piansi davanti la macchina da presa, mi sentivo impacciato, pensavo al peso, a come sarei uscito, a cosa avrebbero detto di me, pensavo troppo, lo faccio ancora oggi, ma ieri era davvero troppo.
Poi piano piano, trovavo i mezzi, non ero piu’ in guerra con me stesso imbracciando un mazzo di rose, avevo indossato l’elmetto e mi buttai a capofitto nella mia battaglia piu’ grande.
Ricordo un giorno, dopo aver recitato sul palcoscenico le parole di Fioretta Mari “Sei pesante”, abbassai la testa, scesi dal palco e mi chiusi in me stesso, si sedette accanto a me e con voce da mamma, mi disse “Simone, ti ho preso in braccio appena nato, la mia frase era per dirti che fra 20 attori in scena, ho visto solo te, l’essere pesante è la presenza scenica che hai, come riesci ad attirare su di te l’attenzione, con il movimento, la mimica facciale, con le intenzioni, anche stando in silenzio”. Ammetto di aver sorriso, pianto un po’ e di aver camminato a mezz’aria fino a casa.
Ci sono diversi progetti, sto lavorando ad un cortometraggio molto ambizioso, un’idea che mi è venuta una mattina, appena sveglio, proposta a un gruppo di amici/colleghi e nel loro entusiasmo, ho capito che forse dovremmo portarlo alla realizzazione.
Nel mentre, nella possibilità di spostamento in base alle normative vigenti, stiamo lavorando a un nuovo format televisivo, ora messo in pausa, ma che ripartirà nella pre produzione.
Parlo sempre poco del “cosa sto per fare”, preferisco aspettare e parlare di qualcosa di realizzato, quindi è un arrivederci e un augurio per entrambi, per la prossima chiacchierata.

Sono venuta a conoscenza che ha ricevuto il “Premio Vincenzo Crocitti international": intanto, Le porgo miei più sinceri complimenti. Perché crede di essere stato premiato dalla commissione del "Vincenzo Crocitti international?
Grazie, infinitamente grazie. Questo premio è una mano tesa in un periodo difficoltoso sotto la sfera personale e artistica, è stato uno scossone, una ventata di aria buona, quella spalla che spesso si cerca su cui poggiarsi per ricaricarsi un po e la mia gratitudine per Francesco Fiumarella e tutto il direttivo del premio, sarà eterna.
Il direttore mi seguiva da tempo, ha sempre apprezzato di me il percorso artistico, privo di corsie preferenziali, ma difficoltoso come quello di ogni collega, fatto di rifiuti, di grandi attese, di delusioni e piccoli attimi di speranza artistica che quasi sempre cadono in un nonnulla.
In quel premio ci vedo i complimenti ricevuti da chi osserva gli attori andare avanti nonostante tutto, a testa bassa, li apprezza e decide di gratificarli, con un piccolo gesto che penso faccia tanto, nelle piccole cose e nei piccoli gesti, ho riscoperto sorrisi che avevo perso.
A chi dedicherà questo premio e chi vuole ringraziare?
Il mio ringraziamento, che non sarà mai un ripetermi ma un ripropormi, è a Francesco Fiumarella e a tutto il comitato. Lo dedico al pubblico, quel pubblico che per tanti anni ha accolto il sorriso di mio padre facendolo sentire un po’ Gigi ma sempre Luigi, uno del popolo e grazie a loro per ogni complimento rivolto a me, alla mia persona, alla mia arte, ad ogni applauso per ogni piccolo passo che mi ha donato la forza di farne altri senza mai ripensare e soprattutto, per avermi dimostrato di essere riuscito nel mio intento primario, essere Simone, uno del popolo, uno fra tanti e so che qualcuno lassù ne sarà fiero.
Una parola per questo straordinario attore: ha mai avuto modo di conoscerlo o di lavorare con lui?
Non ho avuto modo di conoscerlo purtroppo, mi creda, mi dispiace immensamente, il suo volto trasmette pulizia, trasmette arte, un sorriso contagioso pieno di umiltà, un caratterista, un attore composto, esempi molto importanti per le nuove generazioni.
La foto di copertina, della suddetta intervista, e' tratta dal profilo ufficiale del "Premio Vincenzo Crocitti International" che, naturalmente, ha acconsentito al suo utilizzo.
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