Valentino Negri, un artista nel dna, cantautore e amante della bella musica in ogni suo genere
Io , Valentino e le mie anime: sono tante ma due si fondono bene, una è più rock e spericolata, l’altra più romantica.
Questa intervista è stata l’incontro con un giovane cantautore che sa fondere ciò che si porta dentro nelle molteplici sfaccettature, la cui esperienza formazione e talento lo porteranno certamente lontano.

Tu sei un artista con un importante retaggio familiare, quanto ha inciso ciò e soprattutto la professione di tuo padre?
Ha inciso moltissimo ovviamente, perché sono nato e cresciuto respirando musica. Infatti, mi raccontavano che mio padre mi suonava le canzoni dei Beatles, quando ero in fasce dovevo addormentarmi.
Quindi crescendo in un ambiente artistico che avvolgeva la casa, tra gli strumenti e mio padre che, lo ricordo spesso uscire la sera per fare le prove o quando era in giro per tournée e concerti, sicuramente tutto questo mi ha influenzato tantissimo, ma questa certamente era una cosa che avevo già dentro e sicuramente in seguito ho avvertito una spinta maggiore, anche la perdita di mio padre in modo prematuro, avevo 15 anni e penso che tutto questo ha dato una maggiore incalzata alla mia carriera. Però devo dire che avevo iniziato molto prima a suonare, a scrivere e a fare qualche provino già verso gli 11, 12 anni poi ho continuato così anche perché quando da ragazzino, ho potuto iniziare a seguire le tournée insieme a mio padre, entrai in contatto più direttamente con quel mondo e anche io venivo scarrozzato su e giù per l’Italia, insieme a Drupi e sicuramente crescere sui palchi e giocare con i componenti della band, ha contribuito a farmi familiarizzare con l’ambiente musicale.

Valentino, qualche anno fa sei uscito con un lavoro dal titolo Black: quante e quali anime convivono in te?
Convivono tante anime devo dire, però riesco a distinguerne due che sono abbastanza vivibili tra di loro e che si riescono anche ad ascoltare bene nell’ album. Ce n’è una più rock, che diciamo si va a cercare i guai e poi c’è quella più romantica e dolce. Per questo mio modo di essere, sono sicuro che si possano percepire in modo netto queste due sfaccettature ascoltando tutto il disco. Questo lavoro ha toccato vari generi e tematiche e nel complesso fa capire le varie sfaccettature di ciò che io mi porto dentro, come qualsiasi artista che mette il suo bagaglio nei propri lavori.

Abbiamo ricordato tuo padre, che era il bassista di Drupi, per quest'ultimo hai scritto dei pezzi, inoltre gli hai chiesto di duettare nel brano Due. Ci racconti di questo incontro?
Intanto diciamo che, ho continuato la collaborazione di mio padre, perché Drupi mi chiese di suonare con lui e di andare in tour insieme.
Durante i suoi tour, dove c’era l’occasione, aprivo io i concerti e talvolta mi è capitato di cantare anche a metà concerto, come successe in Canada.
Diciamo che lo scrivere con lui è molto stimolante, ogni volta che gli espongo e gli propongo un brano è veramente molto critico e perfezionista. Per cui quando si presenta un brano a lui e si ha l’ok è veramente un evento. Per Drupi, ho scritto ultimamente 4 brani, uno è il singolo dal titolo L’ultimo tango, il titolo che è anche andato in classifica in Polonia e che fa parte delle sue Greatest Hits. Mi ricordo che quel brano lo avevo scritto per me, ma quando glielo feci sentire così per ascolto, Drupi lo ha voluto a tutti i costi. Quindi gliel’ho dato però l’ho inciso anch’io nel mio disco e l’abbiamo fatto tutti e due.
Il lavoro in studio con lui è molto più perfezionista, lui insegna molto e la sua ricerca di perfezione è maggiore rispetto a quando deve scegliere dei pezzi. Ricordo quando iniziai il lavoro in studio con lui a Los Angeles, dove mi portò a registrare il suo album e mi trovai in studio con i migliori musicisti, tra cui Larry Dunn che ha anche arrangiato dei pezzi. Da quella esperienza ho imparato tantissimo e mi è servita più che una scuola. Comunque il lavoro in studio, del suo ultimo disco, è stato veramente come frequentare un’università della musica. Per quel che riguarda il duetto Due, è nato in maniera abbastanza strana. Infatti avevo trovato dei nastri che, anni fa aveva preparato mio padre dove c’era il provino di questo brano, si trattava di nastri che mio padre faceva per provinare i brani da far ascoltare a Drupi e io trovai questo pezzo. Gliel’ho feci sentire ma gli proposi l’idea che avevo, cioè volevo farlo in chiave rock e inoltre trovavo spettacolare poterlo fare insieme a lui. Drupi ha accettato subito e quando venne in studio, fu buona la prima! Lui è veramente una macchina, credo che abbia registrato solo una volta la pista ed è stato, anche per i tecnici del mio team, un momento di adorazione. Oggi è difficile trovare qualcuno che registra le tracce e si può dire: “buona la prima” . Ma lui che è della vecchia scuola sa come si fa.

La tua cultura musicale ha profonde radici. Ce ne vorresti parlare? Quale progetto per questo 2021?
La mia cultura musicale è molto ampia è vero! Ma a volte potrebbe rappresentare un problema ai fini del successo, però per quanto mi riguarda mi è impossibile rinnegarla, infatti quando mi proponevano cose che avrebbero potuto accelerare la mia carriera e il mio percorso verso un ipotetico successo, ho sempre rifiutato perché non le sentivo mie e non avevo necessità di farlo. Quindi avendo iniziato da piccolo ad ascoltare cose di un determinato genere, dal soul americano ai grandi cantautori italiani, ho sempre respirato musica in casa e sono cose che ti rimangono nell’inconscio. Quindi dalla musica classica che ascolto all'heavy metal, penso che la musica non abbia generi migliori, sia bella musica e basta. Qualsiasi genere, dal rock al rap, penso che sia utile è importante ascoltare tutti i generi. Diciamo che il bello di tutti i generi mi piace, ovviamente quello che prediligo è il rock. Adesso stiamo lavorando su un nuovo album, che spero possa uscire verso la fine dell’anno, non ci saranno più 15 tracce come per il precedente ma saranno una decina, credo. Nel frattempo ho realizzato un featuring con un rapper mio amico, che sta quasi per uscire, stiamo solo aspettando di vedere come si muove e si evolve questa situazione di pandemia. È un pezzo che parla di cose belle, di estate un pezzo allegro e quindi stiamo valutando il momento adatto per farlo uscire, si intitolerà Liberi Wild ed è nato per caso tramite un mio amico che mi ha presentato questo rapper, che si chiama Rismo. Abbiamo iniziato questa collaborazione senza vederci, lui si trova in Spagna e abbiamo realizzato tutto via telefono e Skype, mandandoci le tracce e sviluppando in questo modo il pezzo. Siamo arrivati alla fine di questo progetto molto soddisfatti e non vediamo l’ora di farlo uscire. Ci toccherà aspettare ancora un po’, per cui aspetteremo Il tempo adatto per far uscire questo brano pieno di speranza e gioia.

